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Visualizzazione dei post da dicembre, 2018

Origini del pandoro

Tutti, almeno in Italia, conoscono il pandoro: tipico dolce natalizio. Inoltre dalle varie pubblicità si sente nominare il ritornello “il famoso pandoro di Verona”. Da qui si potrebbe, giustamente, pensare che le origini del pandoro siano a Verona. In realtà ciò non è vero: infatti, si trovano notizie di un dolce molto simile a quello attuale in uno scritto minore che risale al primo secolo d. C. (Verona non esisteva ancora a quei tempi). La paternità dello scritto è da attribuire a Plinio il Vecchio. Tale scritto cita un cuoco di nome Vergilius Stephanus Senex che preparò un "panis" con fiori di farina, burro e olio. Un'altra menzione si trova intorno al XIII secondo sulle tavole dei nobili veneziani. La ricetta, dell'attuale pandoro, pare che derivi dal “pane de oro”. Nonostante queste notizie si continua a credere (forse per una questione puramente “romantica”) che il pandoro sia nato a Verona ed esattamente il 14 Ottobre 1894. Come andaron

Origini del panettone

Un dolce tipico natalizio apprezzato non solo in Italia, ma anche in altre parti del mondo, è il panettone. Questo dolce ha conquistato in brevissimo tempo il palato di moltissime persone per poi diventare uno dei dolci natalizi più venduto in tutto il mondo, Ma qual'è l'origine di questo dolce? Purtroppo non ci sono dati certi sulla sua origine. In pratica esistono quattro versioni: le prime tre sono delle leggende, mentre la quarta versione poggia su basi storiche abbastanza solide e sembra, quindi, essere la più veritiera. Per completezza d'informazione riporto le tre versioni leggendarie e poi la versione storica. La prima leggenda lo vuole come invenzione di Ughetto, un falconiere di Ludovico il Moro, figlio del condottiero Degli Atellani, che per far colpo sulla bella e giovane Adalgisa figlia del pasticcere Toni, commissionò al padre di lei uno speciale pane arricchito. Una notte Ughetto aggiunse una grande quantità di burro al pane che stava i

Si può mutare la velocità del tempo?

La risposta a questa domanda può essere positiva o negativa a seconda del punto di vista che si prende in considerazione. Mi spiego. Da un punto di vista puramente scientifico lo scorrere del tempo è strettamente correlato alla velocità di una qualsiasi particella e quindi la risposta è positiva. Più la particella va veloce (quindi più è in possesso di energia cinetica) è più il tempo scorre lentamente. Tutto ciò ha comunque un limite: quando la particella raggiunge la velocità della luce nello spazio (300.000 Km/s) essa diventa solo energia (non ha più massa) ed a quel punto il tempo si ferma. Non è possibile andare oltre (per questo i viaggi nel tempo non sono mai esistiti e non potranno mai esistere) perché la velocità è uno dei vari limiti fisici ( http://curiosity100.blogspot.com/2018/06/cosa-sono-i-limiti-fisici.html ) e quindi non è superabile. Se invece osserviamo la questione da un punto di vista “umano” la risposta non può che essere negativa: la velocità

Quante dimensioni esistono e quali sono?

Per rispondere a questa domanda bisogna prima fare una distinzione tra le dimensioni reali e quelle filosofiche. Questa distinzione è necessaria in quanto nel primo caso il numero è uno, mentre nel secondo caso il numero è quattro. Però per arrivare a comprendere l'unica dimensione reale (o per meglio dire conosciuta) è necessario partire dalla prima dimensione filosofica. Prima di trattare, nel dettaglio, le varie dimensioni anticipo che visto che le prime quattro sono solo filosofiche eviterò di ripetere che scientificamente parlando non sono possibili. La prima dimensione da esaminare è quella in cui esiste il punto. Secondo la definizione geometrica il punto pur esistendo non ha nessuna dimensione. Quindi in questa dimensione si può dire che i punti sono infiniti. La seconda dimensione è quella a cui appartengono le linee. Sempre secondo la definizione geometrica un numero infinito di punti posti uno di seguito all'altro crea una linea. A seconda

Cos'è la paura?

Di paure o, se si preferisce il termine, fobie ne esistono tantissimi tipi, ma sono suddivisibili in due categorie. Ci sono quelle che sono state riconosciute come delle vere e proprie patologie (claustrofobia, agorafobia, acrofobia, ecc.) e quelle che, anche se sono fobie, non sono riconosciute come patologie e, spesso e volentieri, si manifestazioni come delle avversioni (avversione alla tecnologia, alle lingue straniere, alla matematica, ecc.). In ogni caso tutte le paure hanno sempre lo stesso origine: un trauma. Il trauma può essere fisico o psichico, ma è sempre tale per cui la psiche di un individuo ne rimane particolarmente colpita. In questo articolo non verrano trattate le paure riconosciute come patolgie sia per la complessità dell'argomento e sia perchè esistono moltissimi volumi di psicologia molto più esaustivi di un semplice articolo. Quindi, in questo articolo, verranno trattare solo quelle paure non riconosciute come patologie (chiamate non patolo

Raggi Infrarossi (IR)

Prima di iniziare l'articolo mi sembra doveroso spiegare che le tonalità di un colore (qualsiasi esso sia) sono chiamate, in ambito scientifico, frequenze o lunghezza d'onda e gli stessi colori sono chiamati radiazioni. Questo per spiegare il motivo per cui nella continuazione di questo articolo si parlerà di radiazioni, frequenze, ecc. Questa precisazione è doverosa perché addentrandosi sempre di più nell'argomento si useranno solo i termini scientifici. La luce che noi vediamo normalmente non è composta da un solo colore, ma da più colori. I colori visibili sono sette e sono i seguenti: rosso, arancione, giallo, verde, indaco e violetto. L'essenza di tutti questi colori da come risultato il bianco, mentre l'assenza di questi colori da come risultato il nero. In pratica si parla di rifrazione ( http://curiosity100.blogspot.com/2018/02/quali-sono-i-colori-primari.html ) il che significa che una superficie bianca riflette l'intero spettro, m