Di
paure o, se si preferisce il termine, fobie ne esistono tantissimi
tipi, ma sono suddivisibili in due categorie.
Ci
sono quelle che sono state riconosciute come delle vere e proprie
patologie (claustrofobia, agorafobia, acrofobia, ecc.) e quelle che,
anche se sono fobie, non sono riconosciute come patologie e, spesso e
volentieri, si manifestazioni come delle avversioni (avversione alla
tecnologia, alle lingue straniere, alla matematica, ecc.).
In
ogni caso tutte le paure hanno sempre lo stesso origine: un trauma.
Il
trauma può essere fisico o psichico, ma è sempre tale per cui la
psiche di un individuo ne rimane particolarmente colpita.
In
questo articolo non verrano trattate le paure riconosciute come
patolgie sia per la complessità dell'argomento e sia perchè
esistono moltissimi volumi di psicologia molto più esaustivi di un
semplice articolo.
Quindi,
in questo articolo, verranno trattare solo quelle paure non
riconosciute come patologie (chiamate non patologiche da qui in poi).
Le
paure non patologiche possono essere di vari tipi e possono andare ad
interessare tutti i fattori di una persona.
Come
già spiegato tutte queste paure non si manifestano come un timore
vero e proprio ma come un'avversione nei confronti di quel evento,
azione, ecc. fino ad arrivare a dire frasi del tipo: ““Quella
cosa non fa per me” oppure “Io e quella cosa non andiamo
d'accordo”.
Un
processo di questo tipo è abbastanza logico che accada.
Nel
momento stesso in cui una persona si trova davanti a qualcosa che non
conosce cerca di capire cosa sia e quindi quali benefici o meno possa
portare, basandosi sulle proprie esperienze personali.
Purtroppo
un procedimento del genere porta, spesso e volentieri, a conclusioni
completamente errate e se la conclusione comporta un danno per la
persona la persona ne rimane colpita (il trauma di cui parlavo
all'inizio dell'articolo).
Su
questo punto vorrei fare una piccola precisazione.
In
un mio precedente articolo
(http://curiosity100.blogspot.com/2017/10/e-meglio-la-conoscenza-o-il.html)
ho affermato che la deduzione logica può supplire la mancanza di
conoscenza.
Questo
è vero, ma solo se questa mancanza di conoscenza non è totale.
Se
il settore con cui abbiamo a che fare non lo abbiamo mai sentito
nominare neanche per sentito dire, non si hanno sufficienti
informazioni per poter individuare l'esatta collocazione e quindi la
giusta relazione da avere.
Se
invece la conoscenza è almeno minima allora si può anche ad
arrivare a delle giuste conclusioni tramite la semplice deduzione
logica.
Un'altra
causa della paura di determinati settori e la loro conseguenza
avversione dipende dall'insegnamento.
Un
esempio abbastanza esaustivo è l'insegnamento di una determinata
materia scolastica come ad esempio la matematica.
Molte
persone si sono convinte di non possedere una mente matematica o di
non essere portati per tale materia.
Il
fatto di non essere portati per una o più materia è vero, ma ciò
non porta a non riuscire a comprenderla totalmente.
Quando
ciò avviene è perché l'insegnante o insegnanti non sono stati in
grado di spiegare la materia nel modo idoneo per quella persona.
Ora
non voglio entrare in merito al discorso di quale sia il giusto
metodo di insegnamento perché non è questo l'argomento
dell'articolo, ma è innegabile che se anche il metodo fosse valido
per, ad esempio, 1.000 studenti non è detto che fosse valido per
tutti: non ci sarebbero gente che “odia” la matematica.
Quindi
se una materia non viene spiegata in modo adeguato, in modo che possa
essere compresa, si incomincia, a livello inconscio, a temerla e a
livello cosciente ad odiarla.
Quando
non si riesce ad avere un insegnante con un sistema di insegnamento
veramente valido per tutti (esistono molti metodi di insegnamento
universalmente validi) ci si convince di non poter mai riuscire non
solo a capire, ma neanche a comprendere quella determinata materia.
Poi
può capitare che si cambia, per un qualsiasi motivo, insegnante e
tutto diventa semplice o addirittura facile.
Può
anche accadere addirittura che ci si appassiona a quella materia ed
essa possa diventare il nostro mestiere futuro.
Tutto
è semplicemente dipeso dalla mancanza conoscenza completa o meno di
quella materia.
Oltre
a questi due motivi ce n'è un altro che può generare paura per uno
o più determinati settori: l'esperienza.
In
pratica tutti noi ci relazioniamo con qualsiasi cosa in un modo
piuttosto che un altro in base alle nostre esperienze.
Per
questo, ad esempio, una persona che ha già avuto a che fare con un
cane sa come comportarsi, quindi ben relazionarsi, rispetto ad una
persona che non ha mai avuto a che fare con i cani.
Quello
che può accadere, riprendendo l'esempio precedente, è che la
persona senza esperienza possa avere un'esperienza negativa la prima
volta che si viene a trovare davanti ad un cane.
Potrebbe
accadere che magari il cane è diventato aggressivo nei confronti di
questa persona.
Se
l'evento negativo è molto grave, magari la persona ha riportato una
ferita, la paura di rivivere quell'esperienza è molto forte e quindi
si genera una paura per i cani.
Se
invece l'evento negativo è piuttosto leggero, magari il cane ha solo
abbaiato molto forte senza fare altro, allora la paura di rivivere
quell'esperienza genera solo una “innata” antipatia per i cani e
nulla di più.
Però
nel caso di un semplice antipatia per i cani non è necessario vivere
un'esperienza negativa: basta che si sia educati a non voler bene o,
peggio, ad odiare i cani.
Infatti,
capita spesso che i bambini molto piccoli non abbiano paura di
toccare degli insetti a cui i genitori fanno ribrezzo.
Poi
visto che i bambini non fanno altro che copiare i comportamenti
altrui (sopratutto di chi trascorre più tempo con loro) finiscono
per assumere gli stessi comportamenti.
Quindi
se i genitori sono molto presenti nella vita di una bambino/a e gli
insetti gli fanno ribrezzo, il bambino/a incomincerà a provare lo
stesso ribrezzo dei genitori.
Questo
non è un processo matematico anche perché entrano in gioco molti
fattori, ma è sicuro che si è avuti un trauma fisico o psichico.
Come
si possono evitare queste paure?
Ogni
paura ha una sua causa e, quindi, il suo rimedio.
Per
la questione del cattivo approccio dovuto ad una mancanza totale di
conoscenza l'unico rimedio è cercare di avere più conoscenza
possibile senza avere preconcetti.
Spesso
e volentieri non ci informa su determinate questioni perché si pensa
di essere negati nell'apprendere determinate nozioni.
Se
si parte con questa idea sarà impossibile o quasi riuscire ad
imparare cose nuove in uno o più settori.
Se
invece si parte con l'idea che potrebbe anche andare a bene...il
successo non è assicurato, ma è molto possibile.
Se
il successo non avviene potrebbe dipendere dal metodo di insegnamento
e qui si viene al secondo motivo della generazione di paura.
In
questo caso l'unica cosa da fare è cambiare metodo di insegnamento e
quindi o si cambia insegnante (se l'insegnamento viene impartito da
un docente) oppure si cambiano i libri di testo (se si è autodidatti
e si impara da soli).
In
tutti e due i casi un metodo molto valido e che potrebbe anche
esserlo a livello universale è quello di semplificare i casi
complicati (quello che cerco di fare io con questo blog) e cercare di
appassionare lo studente.
Per
appassionare lo studente basta fargli vedere delle applicazioni
pratiche giornaliere di ciò che si sta spiegando.
Faccio
un esempio per spiegarmi.
Supponiamo
che si stia studiando elettronica ed esattamente l'argomento dei
limitatori di tensione.
Per
destare un possibile interesse basta fare un esempio dicendo che un
limitatore di tensione è il caricabatteria per auto degli
smartphone/tabblet.
Questo
è molto importante per comprendere appieno un concetto: non si può
imparare a suonare la chitarra senza avere una chitarra.
Docenti
che affermano il contrario (oltre a non avere compreso appieno loro
stessi la materia o le materie che insegnano) hanno un cattivo metodo
di insegnamento e quindi la spiegazione non è comprensibile per
tutti.
Quest'ultima
affermazione accade anche con determinati libri: parlano di quella
materia solo e soltanto in teoria senza neanche fare un accenno
pratico.
Per
completezza d'informazione.
Ci
sono delle fobie che sono generate da un trauma fisico: ad esempio,
una persona è caduta da una certa altezza e da allora è acrofobica
(paura delle altezze).
In
questi casi la fobia è patologica e, come detto all'inizio
dell'articolo, esse non verranno prese in considerazione.
Concludendo
le cause delle fobie sono sempre un trauma psichico o fisico.
Se
il trauma è fisico può essere generato dalla mancanza di conoscenza
o difficoltà nell'apprende. Le soluzioni, in questi due casi, sono,
rispettivamente, cercare di acquisire più conoscenza possibile senza
avere pregiudizi o cambiare metodo di studio e/o insegnante.
Nel
caso di un trauma fisico, invece, è necessario richiedere l'aiuto di
un psicologo o psicanalista.
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