La
risposta a questa domanda può essere positiva o negativa a seconda
del punto di vista che si prende in considerazione.
Mi
spiego.
Da
un punto di vista puramente scientifico lo scorrere del tempo è
strettamente correlato alla velocità di una qualsiasi particella e
quindi la risposta è positiva.
Più
la particella va veloce (quindi più è in possesso di energia
cinetica) è più il tempo scorre lentamente.
Tutto
ciò ha comunque un limite: quando la particella raggiunge la
velocità della luce nello spazio (300.000 Km/s) essa diventa solo
energia (non ha più massa) ed a quel punto il tempo si ferma.
Non
è possibile andare oltre (per questo i viaggi nel tempo non sono mai
esistiti e non potranno mai esistere) perché la velocità è uno dei
vari limiti fisici
(http://curiosity100.blogspot.com/2018/06/cosa-sono-i-limiti-fisici.html)
e quindi non è superabile.
Se
invece osserviamo la questione da un punto di vista “umano” la
risposta non può che essere negativa: la velocità del tempo è
sempre costante.
Però
accade, più o meno spesso, che ci sono volte in cui ci sembra che
abbiamo impiegato moltissimo tempo o pochissimo tempo per fare una
determinata cosa.
In
questo caso non è che siamo riusciti ad alterare lo scorrere del
tempo, ma abbiamo alterato la nostra percezione del tempo.
Ma
com'è possibile una cosa del genere?
Cercherò
di spiegarmi con un esempio.
Supponiamo
che la nostra giornata tipo inizi alle 7.00 di mattina con la
sveglia. Dalle 9.00 alle 18.00 si lavora (ovviamente c'è un'ora di
pausa pranzo) e, dipende dalla società e dal tipo di lavoro che si
svolge, anche delle pause di 10 minuti ogni ora.
Alle
18.00 si esce e si va a casa.
Se
si vive da soli ci si prepara la cena appena tornati a casa o quasi,
se invece si vive in coppia si dovrebbe aspettare l'altra persona.
In
ogni caso, poi si arriva alle 24.00, orario in cui si va a dormire.
In
questi giorni percepiamo lo scorrere del tempo in un certo modo in
cui siamo abituati.
Anche
se il Sabato e la Domenica non si lavora lo scorrere del tempo viene
percepito più o meno allo stesso modo perché, si deve la spesa per
tutta la settimana, si devono effettuare varie commissioni, si fanno
le grandi pulizie della casa, ecc.
Poi,
ad un certo punto, generalmente ad Agosto, arrivano le ferie...le
tanto amate e sospirate ferie.
A
questo punto può accadere una delle due cose: quei (ad esempio)
quindici giorni di ferie sono sembrati due giorni oppure sono
sembrati un mese.
Come
mai abbiamo avuto un cambio di percezione del tempo e sopratutto non
tutti nello stesso modo?
Semplicemente
perché abbiamo cambiato le nostre giornate, il ritmo delle nostre
giornate e i vari impegni giornalieri.
Abbiamo
alterato il ritmo di vita talmente in fretta (da un giorno all'altro
o al massimo con un solo giorno di pausa) che la nostra mente ancora
non si è riuscita ad abituare al cambio di ritmo.
Se
quei famosi quindici giorni ci sono sembrati solo due è perché
abbiamo rallentato il ritmo delle nostre giornate e la nostra mente
non ha fatto a tempo ad abituarsi che già sono passati quasi tutti i
quindici giorni di ferie.
Se
invece quei quindici giorni ci sembrano un mese è perché avviene il
procedimento inverso: abbiamo aumentato il ritmo delle nostre
giornate.
Ovviamente,
la domanda che può nascere spontanea, a questo punto potrebbe
essere: ma se si aumenta il ritmo delle giornate non si aumenta lo
stress?
Nonostante
non sia l'argomento dell'articolo posso dire, molto semplicemente,
che esiste lo stress negativo e quello positivo: quello positivo è
quello che ci fa sentire più energici e vitali e quindi che fa
aumentare il ritmo delle nostre giornate.
Ovviamente
ci sono anche casi in cui quei quindici giorni ci sembrano
effettivamente quindici.
In
questo caso non abbiamo fatto altro che cambiare solo i nostri
impegni quotidiani senza cambiare ritmo di vita.
A
questo punto si potrebbe pensare che un tale squilibrio, a lungo
andare, potrebbe portare a delle conseguenze negative.
Be
questo non succede perché, come ho spiegato prima, la nostra mente
poi si adegua al nuovo ritmo...possono volerci pochi giorni o vari
giorni.
Comunque
tutto questo non crea nessun problema a meno che i cambi di ritmo di
vita non siano molto frequenti e limitati nel tempo (tipo due/tre
giorni).
In
questo caso a lungo andare si potrebbe arrivare ad uno stato di
esaurimento nervoso molto serio ed occorre l'intervento di uno
specialista forse anche medico.
Esaminare
nel dettaglio cosa può accadere e quali sono le cure più
appropriate non è il tema di questo articolo, per cui basti sapere
che tali problemi non si risolvono mai velocemente, perché
l'esaurimento nervoso si è andato ad accumulare in anni di repentini
cambiamenti di ritmi di vita.
In
conclusione lo scorrere del tempo da un punto di vista scientifico è
possibile mentre da un punto di vista umano è la percezione dello
scorrere del tempo che muta.
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