Niente
di più falso.
La
durata della vita è sempre la stessa. L'indice che è cambiato
(nella fattispecie si è abbassato) è quello della mortalità per
malattie.
Infatti,
molte malattie non esistono più sulla faccia della terra come ad
esempio il vaiolo. Oppure esistono antidoti contro determinate
malattie come ad esempio il tifo. Infine, molte malattie, che in
passato hanno mietuto vittime oggi non sono più così mortali.
Uno
dei tantissimi esempi può essere il raffreddore. In tempi molto
antichi il raffreddore poteva essere mortale, mentre oggi non lo è
più (senza contare che il raffreddore è la malattia più contagiosa
che c'è sulla terra).
Anche,
ad esempio, la varicella (una delle malattie chiamate"infettive),
oggi non è più così mortale.
Certo
ci sono individui che sono, geneticamente parlando, non
particolarmente forti contro una malattia del genere, ma nella
stragrande maggioranza dei casi basta starsene a casa al caldo
(comunque non al freddo) ed in circa quindici giorni si guarisce.
Anche se sorgono delle complicazioni (ad esempio si ha in
contemporanea anche la febbre) la questione non desta particolare
preoccupazione.
A
favore di ciò si pensi agli antichi romani: bene che va sono passati
1500 anni. A quei tempi c'erano due caste: schiavi e patrizi. Nella
prima casta la mortalità era molto alta e pochi arrivavano alla
vecchiaia. Invece, nella seconda casta, la mortalità era comunque
alta (per malattie), ma non come tra gli schiavi. Inoltre arrivare in
tarda età significava arrivare tranquillamente agli 85/90 anni di
vita.
Ed
oggi non è questa l'aspettativa di vita? Certo non lo è più per un
piccolo gruppo di persone, ma questo è un aspetto di natura sociale.
Quindi,
ripeto, non è la vita ad essersi allungata, ma è l'indice di
mortalità ad essersi abbassato oppure (se si preferisce) è l'indice
dell'aspettativa di vita ad essersi alzato, ma sempre perché la
mortalità per malattie è diminuita.
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