Secondo
il dizionario della lingua italiana ci sono tre diversi significati:
-
Morte indolore;
-
Conforto di un morente da parte di persone care;
-
Uso di vari mezzi per procurare la morte in modo non doloroso.
Nel
primo caso c'è da dire che questo significato è usato in ambito
medico. Di conseguenza non da una risposta al quesito in oggetto.
Nel
secondo caso, la risposta non può che essere positiva. Chi è che
non vorrebbe essere confortato in un momento di questo tipo?
Ovviamente non bisogna confondere il conforto con la pietà: ci sono
persone che non vogliono la pietà (per uno o più motivi loro) ma
accettano il conforto. Poi su come confortare una persona non c'è
una regola: tutto dipende dalla persona morente.
Nel
terzo caso c'è da dire che questo significato è improprio.
Purtroppo quando si parla di eutanasia si pensa subito a questo caso
ignorando o tralasciando gli altri due. Comunque anche se l'uso è
improprio, questo significato, può essere d'aiuto per dare una
risposta al quesito posto come titolo di questo post.
La
risposta comunque non può essere solo "si" o solo "no".
Infatti ci sono casi (soprattutto per una questione di sofferenza
fisica) in cui l'eutanasia è più che legittima. Ci sono invece
altri casi in cui l'eutanasia non è che un modo come un altro
(l'ultimo per essere esatti) per sfuggire a determinate
responsabilità. Mi spiego con un esempio in tutti e due i casi.
Nel
primo caso possiamo prendere d'esempio una persona che sta soffrendo
molto (neanche la morfina riesce a dargli un pò di conforto) per una
malattia oppure per un incidente e che comunque è destinata a
morire. In questo caso non ha nessun senso far soffrire una persona.
Quindi se l'interessato lo richiede perché non esaudire questo suo
desiderio?
Nel
secondo caso poniamo che la stessa richiesta venga fatta da una
persona, sempre malata o incidentata, che ha sempre lavorato (in
pratica vive per lavorare e non lavora per vivere) ed ora non può
più farlo per un qualsiasi motivo (non ha importanza in questo caso
il motivo) e che comunque non è destinata a morire (almeno non in
seguito alla malattia o incidente). In questo caso la persona che
richiede l'eutanasia non vuole fare altro che fuggire ad una sua
responsabilità. La responsabilità è quella di affrontare l'evento
che le è accaduto e vedere cosa non ha combinato nella sua vita. Con
questo non voglio dire che la persona in questione deve "pagare"
o "soffrire" per gli errori fatti prima, ma solo che è
giusto che quella persona si assuma le proprie responsabilità su un
comportamento passato che ha avuto e che (non potrebbe essere
altrimenti) ha delle ripercussioni sul presente e sul futuro. Sarebbe
come dire che se qualsiasi azione compiamo non ci interessa quali
ripercussioni abbia sopratutto se non riguarda direttamente noi e non
è nel presente o nell'immediato futuro. C'è gente che lo fa, ma non
è un comportamento corretto. La stessa cosa nel caso della persona
che ha vissuto per lavorare ed ora non lo può più fare. Ora sapere
quali sono le conseguenze di questo comportamento non è possibile
determinarlo perché dipende da molti fattori come il sesso della
persona, l'età, il tipo di attività che svolgeva, il motivo per cui
non può più svolgere quell'attività, ecc. Ogni caso dev'essere
esaminato separatamente, ma, sicuramente, riducendo tutto ai minimi
termini non è altro che una forma di vigliaccheria.
Se
invece la pratica viene effettuata da una persona esterna senza avere
il consenso della persona interessata...be in questo caso non è un
uso improprio del termine, ma un uso completamente errato: il termine
giusto, in questo caso, è omicidio.
Quindi
la risposta nel secondo significato e nel primo caso del terzo
significato è positiva mentre nel secondo caso del terzo significato
la risposta è negativa.
Commenti
Posta un commento