Il
triangolo delle Bermuda è una fetta di oceano a forma di triangolo
delimitata a nord dall’arcipelago delle Bermuda, a sud dall’isola
di Porto Rico e a ovest dalla Florida, un tratto di mare dalle
dimensioni gigantesche, noto anche come “triangolo del diavolo”,
esteso per 1,3 milioni di chilometri quadrati. Secondo lo scienziato
australiano Karl Kruszelknicki, che ha ripreso studi già affrontati
in precedenza dal ricercatore Lawrence David Kusche, il Triangolo
delle Bermuda non ha nulla di straordinario rispetto ad altre zone
dell’oceano. Anche l’agenzia del governo statunitense Noaa
(National Oceanic and Atmospheric Administration) e la Guardia
costiera americana ne sono convinte: «La percentuale di aerei che
scompaiono in quell’area è la stessa di quelli scomparsi in altre
aree del pianeta» ha spiegato Kruszelknicki. Dunque niente alieni,
mondi paralleli, forze geomagnetiche e quant’altro (come suggerito,
per esempio, dal libro “The Bermuda Triangle” del 1974 di Charles
Berlitz).
Allora
com'è nato il mito che tale zona dell'Oceano sia misteriosa e
pericolosa? A far nascere il caso fu la scomparsa di una squadriglia
di bombardieri americani il 5 dicembre 1945. Il capitano lanciò un
messaggio enigmatico: «Non sappiamo più dov’è l’ovest, è
tutto così strano, l‘oceano non è più come dovrebbe essere». I
detective del mistero contano altri 75 aeromobili e diverse centinaia
di navi scomparse. Il nome “Triangolo delle Bermuda” è stato
coniato dal giornalista Edward Van Winkle Jones, che scrisse una
storia per l’Associated Press sulle navi e gli aerei spariti nella
regione. Negli anni ’50 molti ricercatori si sono dedicati alla
questione ricostruendo la scomparsa di molte navi in quell’area a
partire dall’800. Lo scorso anno (2017) un team di scienziati
americani dell’Università del Colorado aveva proposto una
soluzione meteorologica al problema, dopo aver notato insolite nuvole
esagonali sull’area. Queste nuvole avrebbero la capacità di creare
bombe d’aria che si spostano a 270 km/h, letali per gli aerei e in
grado di alzare onde di 13 metri difficilmente affrontabili dalle
navi. Ma, statistiche alla mano, il numero di velivoli e imbarcazioni
scomparse tra Florida, Bermuda e Puerto Rico non è diverso da quello
di altre zone ad alta densità di traffico aeronavale, quindi non
serve neppure fare appello a condizioni meteo fuori dal comune. Le
sparizioni sarebbero quindi dovute a errori umani o a un meteo
instabile, ma non necessariamente a fenomeni eccezionali,
inspiegabili o addirittura soprannaturali. Peraltro è del tutto
possibile che il mare ingoi relitti senza lasciarne traccia, vista la
profondità di quel tratto che rende le ricerche assai complicate.
«Molte persone ogni giorno navigano in quella zona o la sorvolano
senza incidenti - dicono gli studiosi - quando si verificano, vengono
spesso coinvolte persone inesperte o mezzi non adatti a una grande
traversata. In sostanza il mistero si risolve in una banale questione
statistica».
Ovviamente,
anche in questo caso, non mancano le solite teorie cospirazioniste
sul Triangolo delle Bermuda.
Alcuni
sostengono sia una zona controllata dagli alieni, che hanno scelto
quel ritaglio di Atlantico come territorio di volo. Il più tenace
sostenitore di questa tesi è il noto ufologo americano Jessup, che
però decise di suicidarsi lasciandoci con un pugno di mosche in
mano.
In
sostanza, l'idea di Jessup era che sui fondali del triangolo ci fosse
una base aliena sottomarina, il che spiegherebbe (sempre secondo lui)
sia le sparizioni (rapimenti alieni), sia le perturbazioni
elettromagnetiche in quell'area (attività aliene).
Secondo
altri, la regione sarebbe in realtà un enorme portale
spazio-temporale, una distorsione dello spazio-tempo che conduce in
un’altra epoca e in un un altro luogo. Questo spiegherebbe la
sparizione dei 5 Avenger, la sparizione della nave Ellen Austin che
poi riapparve ma priva di equipaggio, ecc.
Queste
ultime due teorie, oltre a non essere supportate da nessuna prova
scientifica, presentano una singolare irregolarità.
Le
notizie sui misteri fino al 1881 (Nave americana Ellen Austin)
parlano di navi scomparse, poi riapparse completamente intatte, con
il carico intatto, ma senza equipaggio.
Stranamente
dal 1925 (Nave da Carico SS Cotopaxi) in poi, quando le trasmissioni
radio tra la nave ed un porto esistono si parla di sole sparizioni e
nessuna apparizione...gli alieni o le porte dimensionali hanno
cambiato il “modus operandi”?
Quindi
questo tratto di mare non ha nulla di strano. Le sparizioni di navi e
aerei è pressoché identico (in termini percentuali) in tutte le
altre aree della Terra: più navi e arei transitano in quel luogo e
più sparizioni ci sono dovute semplicemente a incidenti per vari
motivi, ma non fantascientifici.
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