Questa
è una domanda che in molti si pongono a cui però nessuno è mai
riuscito a dare una risposta definitiva. In molti hanno cercato di
dire che no, le sirene non esistono, eppure la leggenda delle sirene
ha sempre fatto parte della storia dell’umanità e questo a portato
molti a pensare che invece le sirene esistono davvero.
Infatti,
ne parlano tutti i tanti miti e leggende antiche, compaiono nelle
antiche pitture rupestri del Sahara, pare che persino Cristoforo
Colombo ne annotò la presenza durante il suo viaggio per le
Americhe. Senza contare tutti gli strani strumenti che tante volte i
pescatori hanno trovato conficcati nei corpi dei predatori marini più
grandi. Proprio come il coltello creato con la punta della coda di
una razza che i ricercatori hanno estratto dai bordi della bocca
dello squalo che ha restituito metà di quella strana creatura in
Sudafrica.
Ma
com'è esattamente la storia delle sirene? La storia delle sirene non
è recente come si pensa. Solitamente si fa risalire la leggenda ai
racconti dei marinai ubriachi del 1500, che storditi dai fumi del rum
e della solitudine, avrebbero potuto facilmente scambiare un delfino
o una balenottera per una bella e sinuosa sirena.
In
verità, alcune pitture rupestri ci fanno pensare che la
consapevolezza umana delle sirene sia molto più antica. In una
grotta di arenaria in Egitto esistono le rappresentazioni più
antiche delle sirene. Sulle pareti della caverna sono rappresentate
creature umane con la coda, equipaggiate con lance e reti.
Anche
in epoca recente le testimonianze da parte dei pescatori sono state
numerose. In molti casi, si racconta del recupero di grossi animali
acquatici completamente infilzati con lance e coltelli di origine
sconosciuta. In alcune testimonianze di inizio secolo è possibile
vedere lo stupore e lo sconcerto dei marinai.
Tutto
questo però non prova che esistano o siano esistite le sirene.
Quindi non avrebbe senso chiedersi se esistono delle prove
scientifiche. Però in questo caso la domanda ha molto senso.
Infatti,
nell’estate del 1997, il NOAA, con l’ausilio di un idrofono
equatoriale , registrò più volte un suono misterioso proveniente
dagli abissi dell’Oceano Pacifico. Il suono aumentava rapidamente
in frequenza per circa un minuto, ed era di ampiezza sufficiente per
essere ascoltato dai sensori ad una distanza di oltre 5.000
chilometri. L’origine del suono (battezzato “The Bloop”) è,
come ammette il NOAA, di origine sconosciuta. Secondo alcuni, questo
suono potrebbe essere la prova dell’esistenza di una specie
sottomarina sconosciuta.
Il
team di Paul Robertson, un ex dipendente del NOAA, nel 2007 stava
indagando sugli inspiegabili spiaggiamenti di massa delle balene.
Nell’esaminare i campioni di tessuto dei corpi di alcune balene, i
ricercatori si resero conto che i mammiferi erano stati danneggiati
da sonar particolarmente potenti, utilizzati in diverse parti del
mondo in occasione di esercitazioni navali.
L’inquinamento
acustico marino è un fenomeno che in questi ultimi anni ha avuto un
grande incremento. La nuova tecnologia Sonar utilizzata sia per la
mappatura del fondo dell’oceano che per l’individuazione di
bersagli sottomarini, emette vibrazioni sonore percettibili fino a
centinaia di chilometri di distanza.
Quando
una specie più sensibile, come le balene o i delfini, si trova in
prossimità dell’emissione del rumore subisce un vero e proprio
trauma che la spinge ad una fuga precipitosa, fatale quando è
diretta verso la superficie del mare. Secondo uno studio l’impatto
di media frequenza di un sonar militare sull’udito di una balena è
equivalente a quello di un motore di jet al decollo sull’udito di
un essere umano che si trovi a tre metri di distanza.
La
conclusione cui giunsero gli scienziati marini è che le onde sonore
emesse dai sonar erano talmente potenti da spaventare quegli animali
dotati di un udito così sensibile. Nel tentativo di sfuggire alla
raffica di onde sonore, i mammiferi si erano spinti in acque troppo
basse per sostenere le loro dimensioni enormi, finendo per arenarsi.
Per
cercare di dimostrare questa teoria, Robertson e il suo team si
servirono delle registrazioni di un idrofono di profondità. Fu
proprio in quelle registrazioni che ascoltarono la prima volta il
“bloop”. Utilizzando un software audio, i ricercatori riuscirono
ad isolare il suono di una creatura sconosciuta mescolata con i suoni
delle balene e dei delfini. Dopo più accurate analisi, i ricercatori
ebbero l’impressione che queste creature sconosciute comunicassero
con i mammiferi, forse con l’intento di salvarli dal rumore del
sonar.
Qualche
settimana dopo, ci fu un altro spiaggiamento di massa in Sud Africa.
Anche in quella zona i ricercatori registrarono suoni simili sui
proprio dispositivi. Robertson e il suo team si recarono sul posto
per investigare. Sulla spiaggia furono trovati i resti di una
creatura sconosciuta all’interno dello stomaco di un enorme squalo
bianco. Mentre esaminavano lo squalo, i ricercatori notarono una
sorta di pugnale infilzato nel lato della bocca dello squalo.
Come
aveva fatto ad arrivare quel pugnale lì? Una volta tirate fuori
tutte le parte dallo stomaco dello squalo, cominciarono a studiare
attentamente i resti per capire di cosa di trattasse. All’interno
trovarono la testa della creatura, una mano quasi completa e un lungo
osso tipo coda-pinna.
Inoltre,
i ricercatori trovarono anche uno strano strumento con un buco. In un
primo momento non compresero cosa fosse, ma poi si ricordarono del
pugnale nella bocca dello squalo. L’oggetto sembrava essere un
perfetto astuccio per il coltello ricavato da una spina dorsale di
qualche grosso pesce. Ma chi aveva potuto produrre un oggetto simile?
Alcuni
dei ricercatori si convinsero di trovarsi di fronte ad una sorta di
“ominide acquatico intelligente”, una sirena! Ora avevano senso
tutte le misteriose lance e coltelli trovati nei corpi di numerosi
pesci nell’oceano.
Qualche
giorno dopo, mentre il team stava per tornare negli Stati Uniti, i
militari americani confiscarono i resti della creatura e i risultati
della ricerca. Pare che il governo stesse studiano il fenomeno da
molto tempo e che avesse utilizzato Robertson e la sua squadra per
ottenere le informazioni che cercava. L’unica cosa che lasciarono
fu la registrazione del famoso “bloop”.
Gli
scienziati rimasero sconvolti dal fatto che avevano sequestrato tutti
i risultati ottenuti con anni di duro lavoro, ma le registrazioni
erano il vero tesoro da conservare. Grazie ad esse, avevano capito
che le sirene erano in grado ci comunicare con i delfini e le balene.
Questa è la prima e l’unica volta che si possiede la testimonianza
di una comunicazione interspecie. Come alcuni sanno, in alcuni paesi,
i delfini aiutano i pescatori umani a catturare i pesci, in cambio di
una lauta porzione di bottino! Dove hanno imparato i delfini a fare
questo?
Da
quanto sopra esposto appare evidente che rispondere in modo negativo
alla domanda posta come titolo di questo post sarebbe a dir poco
superficiale.
Per
completezza d'informazione menziono che esistono molti filmati
amatoriali che ritraggono delle creature che sembrano delle sirene.
Ovviamente molti sono dei clamorosi falsi, mentre altri sono
risultati veri.
Nonostante
tutto rimane una domanda alla quale non si riesce a dare una
risposta: come sono nate queste creature? Alcuni sostengono che siano
nostri antichi genitori altri invece che sono nostri antichi
discendenti.
Purtroppo
su questo non esistono prove scientifiche inconfutabili, ma
sicuramente una misteriosa creatura acquatica esiste. Se realmente si
tratta di sirene sicuramente non sono così avvenenti (per la parte
superiore del corpo) come si racconta e non sono pericolose per le
varie imbarcazioni in quanto non incantano nessuno.
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