La
risposta è sicuramente negativa, anche per un semplice fatto
scientifico: non è possibile che un essere umano possa trasformarsi
in qualcos'altro.
Ma
allora com'è nata questa “favola” del lupo mannaro?
Le
origini di tale mito o favola risalgono dirittura all'antica Grecia,
ma, fatto curioso, in tutte le varie civiltà si trova un mito del
genere.
Il
motivo di tale popolarità del mito del lupo mannaro è da ricercarsi
nel suo parente più prossimo e reale: il lupo.
Quando
l'uomo era ancora un nomade, avere uno più lupi accanto era molto
comodo. Infatti, il lupo era ed è tutt'ora, un fantastico predatore.
Quindi era molto utile per riuscire a scovare il vitto delle varie
tribù.
Quando
l'uomo smise di essere nomade il ruolo del lupo cambiò
drasticamente. Infatti, ora era visto piuttosto con timore perché il
contadino, ad esempio, lo vedeva come una minaccia per il suo gregge.
Ma
in alcuni casi, se si trattava di cuccioli, essi potevano essere
allevati e usati come difesa dai loro simili: quale migliore difesa
dai lupi se non avere dei lupi? Ma quest'ultima pratica non si
diffuse molto.
Di
conseguenza il lupo non ha mai goduto di una bella fama. Ecco allora
che sono state create delle storie che, con il passare dei secoli,
sono diventati dei miti.
Per
completezza d'informazione vediamo cosa dice esattamente il mito del
lupo mannaro.
Secondo
la leggenda, il lupo mannaro sarebbe un essere umano condannato da
una maledizione (o secondo alcuni lo sono già dalla nascita) a
trasformarsi in una bestia feroce ad ogni plenilunio: la forma di cui
si racconta più spesso è quella del lupo, ma in determinate culture
prevalgono l'orso, il bue o il gatto selvatico.
Questo
è quello che racconta la leggenda, ma nella narrativa e nella
cinematografia dell'orrore sono stati aggiunti altri elementi che
invece mancavano nella tradizione popolare, quali il fatto che lo si
possa uccidere solo con un'arma d'argento, oppure che il licantropo
trasmetta la propria condizione ad un altro essere umano dopo averlo
morso e che
uccidendo il lupo prima della
prima trasformazione la maledizione venisse infranta.
È
importante notare inoltre che lupo
mannaro e licantropo
non sempre sono sinonimi: infatti nelle leggende popolari il lupo
mannaro è talvolta semplicemente
un grosso lupo con abitudini antropofaghe, a cui può essere
associata o no una natura mostruosa. Inoltre, nel caso del lupo
mannaro come mutaforma, si può distinguere tra il lupo mannaro, che
si trasforma contro la propria volontà, e il licantropo, che si può
trasformare ogni volta che lo desidera e senza perdere la ragione (la
componente umana).
Nonostante
tutto ciò esposto fino ad ora esistono casi di licantropia.
Ovviamente
non si parla assolutamente di strane metamorfosi.
Ci sono
diverse condizioni mediche che possono imitare l’aspetto di un lupo
mannaro e possono aver contribuito alla credenza nell’esistenza di
queste creature: la licantropia clinica e l’ipertricosi.
L’ipertricosi
è
una
condizione caratterizzata dalla crescita
incontrollata di peli
su tutto il corpo compresi il viso
e le mani.
L’ipertricosi
è una delle condizioni mediche associate alla credenza del lupo
mannaro.
Esistono
diversi tipi di ipertricosi, ma la forma più vistosa, definita anche
come malattia del lupo mannaro, è l’ipertricosi generalizzata
congenita, una condizione
estremamente rara causata da un difetto
genetico,
definito traslocazione intercromosomica,
sul cromosoma X. Questo difetto genetico fu scoperto
per la prima volta in una famiglia messicana e accertato
successivamente anche in una famiglia cinese.
Oltre
a questa forma
congenita ereditaria
esiste anche una forma
acquisita
di ipertricosi. Le cause possibili includono: porfiria cutanea, una
condizione in cui la pelle è particolarmente sensibile alla luce,
malnutrizione, disturbi alimentari come l’anoressia nervosa,
cancro, e alcuni farmaci, come gli steroidi androgeni. L’ipertricosi
non ha cura e non si può fare nulla per prevenire la forma congenita
della malattia, anche se alcuni ricercatori stanno lavorando per
sviluppare una terapia genica. Per le forme acquisite invece, il
trattamento dell’ipertricosi comporta la rimozione dei capelli
attraverso una varietà di metodi a breve termine, quali rasatura,
epilazione chimica, ceretta, spiumatura. Tutti questi metodi però
sono soluzioni temporanee e non applicabili su alcune parti sensibili
del corpo.
La
licantropia clinica,
invece, è la forte convinzione da parte di una persona di essere un
animale, sviluppando comportamenti o sentimenti suggestivi di tale
convinzione. Nella maggior parte dei casi riportati nella letteratura
psichiatrica contemporanea le persone credono di essere dei lupi, ma
ci sono anche casi in cui i pazienti si sono identificati in altri
animali quali serpenti,
cani o gatti.
Per quanto assurda la trasformazione di un essere umano in un animale
appaia, la licantropia sembra essere una manifestazione di molte
malattie
psichiatriche, di disturbi depressivi e di episodi psicotici.
La
solitudine è proprio uno dei tratti dei lupi mannari descritti nella
letteratura che accomuna i pazienti affetti da licantropia clinica. I
disturbi neurologici e mentali, l’ipersensibilità patologica alla
luce, le deformazioni facciali e la paura di stigmatizzazione che
potrebbe essere adottata contro di loro, ha spesso indotto questi
pazienti ad uscire solo di notte…proprio come farebbero i lupi.
In
conclusione i lupi mannari o licantropi come descritti nella
narrativa o nella cultura cinematografica non esistono. Esistono però
casi di licantropia clinica (disturbi psichici) e l’ipertricosi
(disturbi fisici).
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