Nonostante
la loro grande somiglianza, non soltanto nell'aspetto fisico, le
vespe e le api appartengono a due famiglie completamente diverse.
Infatti
tutte e due fanno parte della classe degli Insetti, dell'ordine degli
Imenotteri, del sottordine degli Apocriti e della sezione degli
Aculeati. Per quanto riguarda le famiglie le vespe appartengono a
quella dei Vespidi, mentre le api appartengono alla famiglia degli
Apidi.
Come
detto prima le somglianze non sono solo nell'aspetto fisico e quindi
esaminiamo tutte le varie somiglianze e, di conseguenza, anche le
loro diversità.
Iniziamo
dall'aspetto fisico.
Tutti
sappiamo che la vespa è a strice verticali nere e gialle come le
api. Solo che le prime hanno il colore giallo brillante, mentre le
seconde tendono più al colore ocra.
Un'altra
differenza fisica è data dal loro addome: le vespe hanno un addome
liscio mentre quello delle api è peloso.
Una
differenza, molto importante, è data dal loro veleno e dal loro
pungiglione.
Infatti,
la composizione del loro veleno è abbastanza simile e provoca gli
stessi sintomi, ma la quantità è diversa: è maggiore quello delle
api che quello delle vespe.
Questo
dipende dal loro pungiglione. Le vespe hanno lo stiletto (parte
finale dell'aculeo) liscio. Quindi esso esce ed entra con facilità
dalla ferita.
Invece
quello delle api presenta degli uncini che, per loro sventura lo
trasformano in una specie di arpione.
Quando
l'ape colpisce, gli uncini agganciano saldamente alla pelle lo
stiletto, ragion per cui l'insetto, tentando di sfuggire, si tira
indietro con forza e finisce per stracciarsi l'addome e, di
conseguenza, per morire.
Per
questo un'ape punge solo se si sente proprio in pericolo.
Inoltre
se quella che ci ha punto è un'ape (si vede chiaramente il
pungiglione ancora nella ferita) è consigliabile strappare subito
via l'aculeo perché, essendo connesso ancora alla ghiandola
strappata a sua volta nella mutilazione continua a pompare veleno
nella ferita.
Ecco
perchè il veleno delle api e maggiore di quello delle vespe.
Tra
le varie differenze, non più fisiche, ci sono quelle comportamentali
ed esattamente quelle legate al cibo.
Una
vespa si nutre soprattutto di piccoli insetti, mentre le api
soprattuto di polline.
Infatti
se osserviamo una ape e una vespa su una tavolea ben apparecchiata
possiamo sapere con assoluta certezza quale sarà la vespa e quale
sarà l'ape.
Le
vespe in quanto onnivore sono dotate di mandibole e quindi
prediligono frutta, carne, dolci e bevande gassate.
Le
api invece che sono capaci solo di suggere e che hanno una dieta a
base di zucchero, preferiscono le sostanze liquide o semiliquide,
Infatti,
tutti gli insetti appartenenti alla famiglia dei Vespidi (quindi
anche le vespe) sono cacciatori di altri insetti, che catturano e
masticano per farne il nutrimento delle loro larve, mentre le api,
appartenenti alla famiglia degli Apidi, si nutrono di sostanze
zuccherine raccogliendo il nettare e il polline sui fiori.
Altra
somiglianza è che tutte e due gli insetti vivono in società
(alveari), complesse e rigidamente regolate.
Ciò
significa che tutti i componenti dell'alveare hanno il loro compito
specifico.
Una
cosa comune è che sia nelle api che nelle vespe troviamo una regina
(che è l'unica femmina fertile) che provvede alla riproduzione
deponendo le uova.
Tutte
le altre (le cosiddette operaie) sono sterili e sono destinate a
svolgere tutti i lavori necessari alla vita della società:
dall'incetta di cibo all'allevamento delle larve, dalla pulizia del
nido alla sua difesa dai nemici, e così via.
I
maschi (quello delle api è delle vespe è lo stesso) si chiamano
fuchi e costituiscono una presenza temporanea: compaiono a un certo
momento della stagione, fecondano la regina e dopo vengono scacciati
o uccisi dalle operaie, come nell'antico mito delle Amazzoni.
Nonostante
questo c'è una differenza cruciale tra le due società.
Quella
delle vespe è annuale e viene fondata in primavera per dissolversi
in autunno e ricominciare da capo l'anno successivo.
Invece
la società delle api è poliannuale e, in teoria, potrebbe durare
per sempre, anche se ogni anno viene cambiata la regina.
Un'altra
differenza è dove viene solitamente costruito l'alverare.
Quello
delle vespe è all'inizio un semplice ricovero di fortuna e quindi un
po' dove capita. In questo rifugio la regina, al sopraggiungere
della buona stagione, incomincia a costruire il nido e a deporre le
uova
Invece
l'alveare delle api si trova in qualche anfratto, come la cavità di
un albero svuotato dalla carie, per esempio, e costruito da favi di
cera a forma di ossi di seppia: bisogna sottolineare che la vita di
questo laborioso popolo si svolge regolarmente senza alcun bisogno
dell'intervento dell'uomo.
Per
chiarificazione: questo è lo svolgere della vita delle api senza
l'intervento dell'uomo...infatti le arnie si trovano solo e soltanto
quando c'è l'intevento dell'uomo.
Come
abbiamo visto la vita delle vespe è abbastanza breve mentre non lo è
quella delle api
Allora
andiamo a vedere esattamente cosa succede all'interno dell'alveare
delle api.
Immaginiamo
di trovarci nella buona stagione.
In
questo periodo la regina è impegnata nel deporre le uova fino ad
arrivare a più di un migliaio al giorno. Ovviamente anche le api
operaie crescono di numero.
Durante
questa crescita, la regina, che nell'alveare è una sovrana assoluta,
produce una sostanza che circola di bocca in bocca tra le operaie e
che impedisce loro di allevare delle nuove regine: è un vero e
proprio ordine chimico, cui non si può trasgredire.
Quando
però la popolazione delle api operaie diventa troppo numerosa, la
sostanza non basta più per tutte, e le operaie possono cominciare ad
alimentare delle larve, poste in speciali cellette.
Il
nutrimento delle larve non è con miele e polline ma con la pappa
reale.
Questo
nutrimento trasforma le larve in nuove regine.
A
questo punto la vecchia sovrana va via con mentà dell'alveare
proprio mentre la nuova sovrana esce dalla sua celletta.
Il
primo compito di una nuova sovrana è quello di uccidere tutte le
altre larve: in effetti non ci possono essere due sovrane in un
alveare.
Lo
sciame errante delle api, invece, va in cerca di un nuovo ricovero e,
se l'uomo interviene, di solito viene catturato dall'apicoltore e
posto in un'arnia nuova di zecca che il popolo rimasto senza casa
accetta di buon grado. Se ciò non avviene non è un problema: o
trovano un nuovo luogo dove fare un nuovo alveare o tornano a quello
originario dove troveranno morte sicura da parte delle nuove api
operaie.
Questo
accade perchè tutti gli alveari sono dei regni a se stanti che non
ammettono nessun inglobamento di altre api.
Ma
e i fuchi? I maschi compaiono a un certo momento della buona stagione
e inseguono in massa la regina quando compie il suo volo nuziale che
non ha niente a che vedere con il volo della vecchia regina..
Solo
alcuni di tutti i fuchi, circa una decina, riescono a raggiungere la
regina e la possono fecondare. Però i loro organi sessuali si
lacerano nell'atto e quindi muoiono.
Tutti
gli altri fuchi che non sono riusciti a raggiungere la regina verrano
scacciati e uccisi dalle operaie: hanno fatto il loro tempo e non
avendo assolto il loro compito non servono più a nulla.
In
effetti le api e le vespe sono delle società matriarcali dove le
donne, non solo comandano, ma si occupano di tutto: come delle verie
e proprie amazzoni.
Ora
viene da chiedersi che utiltà hanno le vespe e le api.
Le
prime essendo onnivore non hanno altro che la funzione di regolare
l'ecosistema.
Le
seconde invece sono attive collaboratrici dell'uomo fin da tempi
molto lontani.
Questo
grazie alle benefiche e utili sostanze che producono e alla loro
opera di fertilizzazione delle piante da frutto.
Ma
vediamo nel dettaglio cosa significa quest'ultima affermazione.
L'alveare
è un piccolo laboratorio chimico che fornisce all'uomo una vasta
gamma di prodotti di alto valore curativo e nutrizionale come il
miele (il solo dolcificante usato dall'uomo per millenni, un alimento
ricco di vitamine e di altri composti biologici) e la cera, che ha
rischiarato, in forma di candela, le nostre notti per tanto tempo.
Oltre
a questi ci sono altri prodotti, quali il polline che è una sostanza
antistress, la propoli, una sorta di stucco che le api raccolgono
sulle gemme degli alberi per calafatare l'arnia (cioè chiuderne i
fori) e igienizzarla che è ottima come antisettico e cicatrizzante,
e infine la pappa reale, fonte di benessere e utile, sembrerebbe, per
combattere l'invecchiamento.
Strano,
ma vero, ma anche il veleno prodotto da questi insetti è da tempo
impiegato nella cura dei reumatismi.
Tutto
questo è molto importante soprattuto per l'uomo, ma la grande
importanza delle api e la loro opera con le piante da frutto.
Vediamo
come.
Le api rendono possibile, o promuovono, la produzione agricola tramite uno “scambio di favori”.
Le api rendono possibile, o promuovono, la produzione agricola tramite uno “scambio di favori”.
Fin
dall'alba del mondo si è consolidata tra le piante a fiore e gli
insetti una grandiosa alleanza, che consiste in uno scambio di
favori: il fiore, con i suoi colori e i suoi profumi, attira gli
insetti, offrendo loro il nettare (in forma di goccioline secrete in
fondo alla corolla) e il polline, che costituiscono l'uno un dessert,
da cui deriva il miele, e l'altro, per dire così, una bistecca
vegetale.
A
loro volta, frequentando i fiori le api si sporcano di polline i peli
del corpo e, passando da un fiore all'altro della stessa specie, lo
fanno circolare in giro, dando così ali alle nozze delle piante, che
non sono capaci di muoversi. Senza questo trasferimento, il bancone
del nostro fruttivendolo resterebbe vuoto!
Molti
insetti funzionano come postini del polline per i fiori, ma l'ape è
la più brava di tutti, perché, come aveva notato già il filosofo
greco Aristotele circa ventitré secoli fa, se comincia con un fiore
di melo resta fedele ai fiori di melo per tutto il giorno, non
portando il polline su altri fiori a cui non servirebbe un bel
niente.
In
conclusione le api e le vespe appartengono alla stessa classe ma non
alla stessa famiglia nonostante le somiglianze non solo fisiche.
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