Oggigiorno
tutti conoscono il significato del termine “inquinamento”, però
non tutti sanno che utilizzare il termine da solo non ha molto senso.
Infatti,
vista la vastità di campi che tale fenomeno interessa, è doveroso
associarlo ad un altro termine come, ad esempio, “atmosferico” ,
“elettromagnetico”, ecc.
Nonostante
questo fatto, tutti i tipi di inquinamento hanno due cose che li
accomunano: la causa di tale fenomeno e la conseguenza a cui tale
fenomeno porterà.
Esaminiamo
nel dettaglio le due cose incominciando dalla causa.
La
causa dell'inquinamento proviene dal consumismo.
Anche
tale termine è abbastanza conosciuto, ma non tutti sanno che tale
fenomeno ha origine da quando è comparso l'homo sapiens.
Per
comprendere meglio e poter dimostrare questa mia tesi si deve andare
ad analizzare il significato della parola “consumismo”.
A
parte quello che c'è scritto su un qualsiasi vocabolario (che è
comunque esatto) possiamo dire che il consumo (azione del consumismo)
è un'estremizzazione dell'uso.
Infatti
se l'uomo utilizza con una certa autoregolazione le risorse del
pianeta Terra, esse si esauriranno comunque, ma non così velocemente
come avviene ora. Ma se l'uomo, come fa attualmente, usa le risorse
della Terra senza un minimo di autoregolazione significa che sta
consumando le varie risorse.
Se
le cose stanno così come mai non si parla di consumismo fin dalla
notte dei tempi? Semplicemente perché anche solo 50 anni fa, il
consumismo, era meno intenso di oggi (la popolazione mondiale è
aumentata di circa 1 miliardo di persone), quindi figuriamoci quanto
poco era intenso milioni di anni fa.
Ma
il punto è che esiste da sempre e, visto che non è una malattia, è
un semplice modo di comportarsi.
Da
cosa deriva questo comportamento?
Semplicemente
dal voler apparire ciò che non si è realmente.
Faccio
qualche esempio per chiarire il concetto e, conseguentemente, per
andare a toccare alcuni tipi di inquinamento.
Il
primo esempio riguarda un oggetto che oggi quasi tutti possediamo e
che viene utilizzato molto spesso: lo smartphone.
Esistono
persone che lo cambiano almeno una volta all'anno. Perché? Per il
semplice motivo che è uscito il nuovo modello. Secondo la mentalità
di queste persone e di coloro di cui si circondano, avere l'ultimo
modello di smartphone significa essere i migliori, essere super, ecc.
Questo
modo di comportarsi porta a porsi due domande che, evidentemente,
queste persone non si pongono: 1) che fine fanno i vecchi smartphone?
2) che impatto hanno sull'ambiente la costruzione di nuovi
smartphone?
Rispondere
è abbastanza semplice e lo farò per punti:
- i vecchi smartphone devono essere portati, a proprie spese e con mezzi propri, nelle cosi dette “aree ecologiche”. Queste, per chi non lo sapesse, sono delle semplici discariche, dalle dimensioni molto ridotte, riservate ad apparecchi tecnologici: smartphone, tablet, computer, ecc. In pratica, come esistono le discariche per materiali plastici, ferrosi, cartacei, ecc., esistono anche le discariche per questi oggetti.
Se
vi capita di conoscere qualcuno che vi fa entrare (generalmente sono
presidiati dalla società che si occupa della nettezza urbana)
approfittatene. Infatti oltre al fatto che i vari oggetti non sono
ammassati come capitano, ma sono sistemati in modo piuttosto
ordinato, è anche molto facile trovare stampanti, monitor, PC interi
(portatili e non), televisori, ecc. perfettamente funzionanti.
L'unico difetto è che non sono più alla moda. Inoltre tali luoghi
non sono assolutamente sporchi come le discariche “tradizionali”
visto il tipo di rifiuti che trattano.
Cosa
succede a questi oggetti dopo aver stazionato per un certo periodo in
queste aree ecologiche? Se eliminiamo il riciclaggio dei vari
componenti (che avviene in minima parte) lascio immaginare qual'è
l'alternativa;
- per creare un semplice oggetto di determinate dimensioni e dal peso di pochi grammi si devono utilizzare oltre a determinati materiali anche un certo quantitativo di energia. Infatti per creare, ad esempio, una semplice batteria agli ioni di litio, non basta il litio. Serve la plastica per il rivestimento esterno e il rame per i contatti. Inoltre questi materiali (che se si trovano in natura si trovano nelle miniere, come il rame) devono comunque essere lavorati. La lavorazione oltre all'utilizzo di energia (quindi creazione di inquinamento atmosferico: l'energia dev'essere creata in qualche modo) comportano anche la generazione di materiali di scarto non riutilizzabili. Quindi creazione di altro inquinamento atmosferico: questi scarti vanno, prima o poi, ad un inceneritore.
Ora
facciamo un altro esempio e prendiamo un oggetto usato da moltissime
persone: l'automobile.
Anche
se nessuno (se non pochissimi eletti) cambiano la propria automobile
ogni anno ci sono persone che anelano ad avere l'auto più potente e
più tecnologica. Il motivo è sempre lo stesso: possedere un'auto
super potente e ultra tecnologica rende migliori degli altri...quali
altri? Domanda, ovviamente, retorica.
Su
questo modo di operare vengono da porsi due domande che dire logiche
è dire poco: 1) ma che senso ha comprare un'automobile che raggiunge
i 250 km/h quando il limite sulle autostrade italiane (Agosto 2018) è
di 180 km/h? Oltre al fatto che per poter controllare una vettura a
quella velocità si dev'essere molto bravi a guidare e ciò non è da
tutti; 2) perché avere dentro l'automobile le peggio diavolerie
quando la maggior parte del tempo (qualunque sia il lavoro che si
svolge) lo si passa fuori dall'automobile? Ad esempio che senso ha
avere un impianto stereo di centinaia di watt quando per ascoltare la
musica, anche ad un livello alto, bastano solo 30 watt viste le
dimensioni ridotte dell'abitacolo? Devi far sentire agli altri che
hai uno stereo potente? Io quando sento e vedo queste persone ho un
solo pensiero: povero imbecille...con te la natura non è stata
generosa perché ti ha dotato di un cervello non perfettamente
funzionante.
Oltre
a queste due domande ci sono le due stesse considerazioni fatte per
lo smartphone e, anche se cambiano le cifre riguardo all'energia e il
tipo di materiali usati, il risultati finali sono sempre gli stessi.
Gli
esempi potrebbero continuare all'infinito, ma penso che questi due
dimostrino ampiamente la tesi da me formulata: l'inquinamento dipende
dal consumismo.
Ora
passiamo ad esaminare le conseguenze che l'inquinamento porta.
Tutti
i materiali di scarto usati per la lavorazione di vari oggetti e gli
stessi oggetti non più utilizzati finiscono direttamente o
indirettamente nel più grande contenitore della Terra: il mare.
Potrebbe
nascere spontanea l'obiezione che non tutto finisce nel mare, ma la
cosa è facilmente dimostrabile.
Se
si parla di sostanze di scarto liquide come, ad esempio, quelle
utilizzate dalle fabbriche di detersivi o anche dagli stessi fruitori
di detersivi è abbastanza intuibile: che fine fanno quei liquidi?
Vanno nelle fogne (quando accade). L'acqua delle fogne dove va a
finire? In mare. Questo è il caso in cui l'inquinamento marino è
diretto.
Ora
vediamo il caso di inquinamento marino indiretto. Prendiamo come
esempio i fumi di scarico di una qualsiasi automobile (anche non
super potente). I fumi di scarico salgono verso l'alto perché caldi
(un gas caldo tende a salire verso l'alto) fino a raggiungere una
certa quota. Poi si mescola con le nuvole che altro non sono che
vapore acqueo. Quando piove l'acqua che arriva dalla terra è
inquinata e che fine fa? Va nelle fogne, oppure nei fiumi o
direttamente in mare. In ogni caso dove confluiscono le acque delle
fogne e dei fiumi? Sempre al mare. Quindi ecco dimostrato come
avviene l'inquinamento marino indiretto ed ecco dimostrato che,
qualunque sia l'inquinamento, a rimetterci, alla fin fine, è sempre
il mare.
Un
pensiero che potrebbe venire in mente, arrivati a questo punto
dell'articolo, è che io stia suggerendo di vivere come gli hamish o,
addirittura, tornare all'età della pietra.
In
realtà ho solo voluto evidenziare la differenza tra l'usare le
risorse del pianeta e il consumare tali risorse.
Ovviamente
prima o poi le risorse che la Terra ci offre finiranno però si può
fare qualcosa per cercare di farle durare il più possibile.
Non
servono opere ciclopiche o atti di forza come alcune associazioni
fanno.
Basta
che ognuno di noi faccia un piccolo sforzo...nel suo piccolo.
Riprendendo
gli esempi precedenti basta non pretendere di avere sempre l'ultimo
modello di smartphone...si è delle grandi persone anche con lo
smartphone di cinque anni prima.
Stesso
discorso della macchina: sapete che una macchina che raggiunge i 200
km/h consuma di meno di una che pur viaggiando alla stessa velocità
della prima supera tale velocità massima? Quindi la macchina normale
costa di meno, consuma di meno, e la manutenzione in generale è
minore...perché puntare a quella super potente e/o super
tecnologica?
Lo
stesso discorso è applicabile ad esempio ai vestiti, ai costumi del
mare, alle scarpe, ai prodotti per l'igiene intima e della casa, ecc.
Basta
che si rientri nell'ottica di idee che non ha senso comprare o,
comunque, avere necessariamente l'ultimo modello di un qualsiasi
oggetto...spesso e volentieri i vecchi modelli sono meglio di quelli
nuovi.
Cerchiamo
di utilizzare il più possibile ciò che abbiamo e quando non
possiamo più utilizzare quello che si ha, allora possiamo comprare
l'ultimo modello o quello che va di moda.
Concludendo:
il consumismo, evento vecchio quanto l'uomo, è l'unica causa
dell'inquinamento di qualsiasi tipo. Eliminare il consumismo non è
possibile, ma lo si può ridurre con un piccolo sforzo da parte di
ognuno di noi.
Argomento estremamente interessante, tuttavia, se mi posso permettere di dare un consiglio, cerca, per quanto ti è possibile, di sintetizzare un pò i tuoi articoli, altrimenti rischi che non viene letto fino in fondo.
RispondiElimina