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I titoli (di studio) servono?



La risposta, alla domanda posta nel titolo, che ci viene subito in mente, non può che essere affermativa.
Però la risposta non è così scontata per tutte le persone.
Infatti, ci sono molte persone che sostengono che i titoli di studio non servono...se non per avere un punteggio più alto nei concorsi pubblici.
Tale convinzione, generalmente, viene dettata dall'esperienza uguale o simile alla seguente: persone non meritevoli promosse ad un esame o che hanno preso un voto più alto.
Se si osserva la questione da questo punto è facile rispondere in modo negativo alla domanda.
Però, e purtroppo, esiste anche un altro motivo per cui si può rispondere in modo negativo: la cultura me la faccio da solo/a.
Questa affermazione può risultare vera, ma fino ad un certo punto.
Vediamo cosa accade a chi preferisce erudirsi da solo/a.
Oggi esiste internet e tramite un qualsiasi motore di ricerca si possono reperire moltissime informazioni su un determinato argomento.
Però operare in questo modo comporta dei rischi.
Il primo rischio è quello di non riuscire a trovare testi più o meno dettagliati sull'argomento. Questo potrebbe derivare dal fatto che l'argomento è ancora molto giovane (molto difficile che comunque non esista nulla in rete) oppure, ed è molto più probabile, che non abbiamo effettuato una corretta ricerca: anche in questo caso si dev'essere istruiti su come fare una ricerca con un qualsiasi motore di ricerca.
Un altro rischio, molto alto, a cui si può andare incontro è quello di informarsi su testi non attendibili o che distorcono in maniera più o meno completa le informazioni che ricerchiamo: le bufale (https://curiosity100.blogspot.com/2018/04/bufale-come-riconoscerle.html).
Ovviamente se l'informazione ricercata dev'essere poi applicata nella pratica come, ad esempio, sostituire la batteria di uno smartphone si fa presto a vedere se il sito è attendibile oppure no.
Ma se la ricerca è su un argomento teorico come, ad esempio la politica, difficilmente possiamo riuscire a sapere se le notizie sono vere oppure no.
Per ovviare a quest'ultimo inconveniente serve una persona autorevole che possa affermare o smentire le varie informazioni e questa persona avrà sicuramente uno o più titoli.
Un altro rischio a cui si va incontro è quello di avere un'informazione troppo settoriale.
Un'informazione di questo tipo è molto pericolosa: fa credere a chi la riceve di potersi erudire senza nessun problema e nasconde le varie lacune tipiche di una erudizione troppo settoriale.
Faccio un esempio per chiarire la questione.
Quando si deve creare un programma o un app ci sono tre fasi da seguire:
  1. l'individuazione del problema e la strategia per risolverlo (l'analisi);
  2. la scrittura del codice del programma (la programmazione);
  3. il test del programma (la fase beta).
Le tre figure possono essere tre persone distinte, ma spesso possono essere raggruppate in un'unica persona.
Ovviamente l'analista (fase 1) e il programmatore (fase 2) possono occuparsi del medesimo programma, mentre il beta tester (fase 3) dev'essere una persona diversa. Un analista programmatore può anche essere un beta tester, ma non di un programma o app creato da lui stesso.
Se una persona sceglie di studiare da sola un linguaggio di programmazione può anche diventare molto brava nella programmazione, ma sarà solo e soltanto un programmatore puro. Cioè una persona che conosce benissimo uno o più linguaggi di programmazione, ma che difetta completamente di analisi e delle conoscenze per effettuare il test del programma o app (se non quelle piccole verifiche d'obbligo).
Questo può avvenire per tutte e tre le figure. Ciò avviene perché mancano testi (in rete e non) che possono coprire l'intero settore della creazione di un programma.
Per fare che la formazione sia completa servono più testi e le informazioni in essi contenute devono essere assimiliate con un certo metodo.
L'unico metodo valido è affidarsi a chi è competente del settore e che quindi ha uno o più titoli...ovviamente attinenti.
Infine quello che non potrà mai trovarsi su internet o da qualsiasi altra parte è l'esperienza.
Si possono condensare (entro certi limiti) i tempi di apprendimento, ma i tempi per acquisire l'esperienza non possono essere condensati.
Una persona acquisisce esperienza quando si trova a dover affrontare e a risolvere determinate problematiche che quel settore offre.
Più una persona si occupa di quel settore e più esperienza ha.
Se ci sono due persone con gli stessi anni di esperienza alle spalle, il loro bagaglio d'esperienza non sarà uguale, ma molto simile e più esperienza si accumula e più questa differenza diminuisce.
Per acquisire esperienza spesso è necessario sbagliare (sbagliando s'impara), però in vari casi possiamo evitare sudore e lacrime affidandoci all'esperienza di una persona esperta del settore.
Però attenzione: perché una persona esperta possa dare una mano valida, oltre ad avere esperienza deve anche essere in grado di poterci spiegare la difficoltà e come affrontarla in maniera completa. Così facendo ci vengono fornite solide basi per affrontare altre difficoltà.
Se invece ci viene data la soluzione a quello specifico problema, al prossimo problema andremo di nuovo a chiedere consulenza.
Per dare delle informazioni complete la persona deve possedere comunque dei titoli.
Con quanto esposto fino ad ora mi sembra esaustivo avere dimostrato l'importanza di titoli, ma oltre a quanto ciò esposto c'è un altro aspetto.
Quando volte ci è capitato di parlare con persone che hanno la presunzione di saperne più di noi su un argomento perché “hanno studiato sa soli” o qualcosa del genere? Tali persone hanno una cosa in comune: l'arroganza di essere informatissimi su quell'argomento e di essere infallibili nel dare informazioni. Questo è un aspetto cui porta l'informazione “fai da te”.
Infatti l'informazione “fai da te” non lascia spazio all'umiltà di poter sbagliare per ignoranza: la persona si è istruita da sola e ha studiato tutto quello che c'era...si ma sempre e solo di un settore specifico.
L'istruzione data da un insegnante (quindi da chi ha dei titoli) insegna anche una certa umiltà nel riconoscere i propri errori che deriva dalla conoscenza completa dell'argomento.
Riprendendo l'esempio precedente della programmazione, una persona che si istruisce da sola dirà molto spesso o sempre: è il computer che sbaglia.
Ciò non è assolutamente vero: è sempre l'essere umano che sbaglia. Se il costruttore del computer o il programmatore commette un errore il computer sbaglia, ma la fonte è sempre dell'essere umano e mai della macchina.
Quest'umiltà viene acquisita quando l'insegnante illustra all'allievo/a l'errore e quando a quest'ultimo viene insegnato come funziona un computer: in questo caso il settore non è più informatica, ma elettronica.
Ecco quindi dimostrato, ancora una volta, quanto può essere dannosa l'istruzione “fai da te”.
Concludendo i titoli di studio standard e non fanno la differenza, ma devono essere meritati e non comprati o presi con metodi indipendenti dal merito.

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