La
festa di San Valentino (o festa degli innamorati) è una ricorrenza
celebrata in quasi tutto il mondo: Europa, Americhe e Estremo
Oriente.
Ma
com'è nata questa ricorrenza?
La
festa degli innamorati affonda le proprie origini da una festa pagana
romana del IV secolo a. C.
In
questo periodo, gli antichi romani, erano soliti celebrale un rito di
fertilità in cui veniva invocata una divinità: Lupercus (poi
sfumatosi nella figura di Fauno).
Questa
divinità veniva chiamata a proteggere e a portare la fertilità e
durante questi festeggiamenti i nomi degli uomini e delle donne
venivano messi in un’urna dalla quale un bambino estraeva a coppie
i nomi di coloro che avrebbero dovuto vivere in intimità tra loro
per un anno in modo da onorare Lupercus fino a quando, passato il
tempo stabilito, non si fosse ripetuto il rito (con la possibilità
quindi di ottenere coppie diverse).
Tutto
ciò rimase immutato fino a quando, con l'avvento dello Stato
Pontificio, la Chiesa sostituì la festa pagana con quella dedicata a
San Valentino. Secondo quanto si racconta San Valentino era nato in
una famiglia benestante e una volta convertitosi al Cristianesimo fu
consacrato a vescovo di Terni a 21 anni. Nel 273 Valentino venne
chiamato a Roma dal filosofo Cratone per far guarire il figlio
affetto, pare, da una malattia che ne limitava notevolmente la
mobilità. San Valentino promise la guarigione se tutta la famiglia
si fosse convertita.
Ambedue
le cose si verificarono puntualmente e la sua fama crebbe tanto che
il santo fu imprigionato dall'imperatore Claudio II e gli chiese e di
abiurare la sua fede. Valentino si rifiutò di farlo e l’Imperatore
lo condannò a morte per poi graziarlo affidandolo a una famiglia
nobile.
Quando
Claudio II morì, Valentino venne però arrestato un’altra volta e
questa volta l’imperatore Aureliano si dimostrò molto meno
tollerante del suo predecessore: Valentino venne flagellato lungo la
via Flaminia e decapitato il 14 febbraio 273.
Dopo
la decapitazione, alcuni allievi di Cratone, anch’essi convertiti,
portarono il corpo del santo a Terni, e li lo seppellirono. Col tempo
si creò confusione e a questa data si cominciò a commemorare anche
un altro Valentino. Questo, però, non era mai stato canonizzato, ma
era solo un benefattore, vissuto anche lui nel III secolo.
Proprio
questo Valentino venne confuso col vero santo. Come si può notare,
in questa leggenda non c’è alcunché riguardante gli innamorati.
L’associazione di San Valentino agli innamorati si deve
semplicemente al fatto che, quando venne diffuso il suo culto, in
quella data era molto vicino l’inizio della primavera.
Ovviamente
si parla del calendario giuliano in uso all’epoca.
Si
sa infatti che la primavera è la stagione del risveglio
dell’attività amorosa negli animali.
Fiorirono
così ulteriori leggende tra cui due sono quelle più conosciute.
Nella
prima si narra che Valentino (il vero Valentino...il vescovo) si era
innamorato della figlia del suo carceriere, una ragazza cieca cui
Valentino restituì la vista: sapendo che di lì a poco sarebbe morto
il futuro Santo scrisse alla bella un biglietto in cui le diceva
addio prima della decapitazione firmandosi “il vostro Valentino”,
formula che è possibile ritrovare oggi in molti biglietti scambiati
il 14 febbraio.
Una
seconda versione della leggenda è invece quella statunitense, che
lega il Santo alla festa degli innamorati liberandolo di fatto da
qualsiasi dubbio sulla castità del futuro Santo: Valentino sarebbe
allora soltanto un protettore degli innamorati, che donando i fiori
del suo giardino a una coppia di giovani che si amavano li avrebbe
benedetti facendo in modo che restassero insieme per sempre.
Una
cosa da notare è che soprattutto nei paesi di cultura anglosassone,
e per imitazione anche altrove, il tratto più caratteristico della
festa di san Valentino non è lo scambio di regali, ma è lo scambio
di “valentine”: bigliettini d'amore spesso sagomati nella forma
di cuori stilizzati o secondo altri temi tipici della
rappresentazione popolare dell'amore romantico.
Questa
usanza, a partire dal XIX secolo, ha alimentato la produzione
industriale e commercializzazione su vasta scala di biglietti
d'auguri dedicati a questa ricorrenza.
Anche
per questo motivo la Chiesa ha eliminato dal proprio calendario
questa festività con la giustificazione che la sua presenza o meno
era ininfluente ai fini della fede.
Una
cosa curiosa è che nonostante questo fatto la Chiesa, in qualche
modo, esalta tale festività pagana.
Ciò
è iniziato dal pontificato di Giovanni Paolo II ed è uno devi vari
tentativi di far avvicinare gli esseri umani alla fede. Infatti il
dono più grande che Dio ci ha fatto è l'amore.
Un'altra
cosa da menzionare è che, secondo un'indagine statistica, questa
ricorrenza non è più molto sentita (soprattutto tra i più
giovani). Però questa affermazione è in netto contrasto con il
bombardamento mediatico e dalla presenza di numerosi articoli in vari
esercizi commerciali di articoli dedicati a questa ricorrenza.
Per
finire riporto qui di seguito tre proverbi che sono tra i più
conosciuti, legati alla festa degli innamorati:
- Per San Valentino fiorisce lo spino;
- Per San Valentino la primavera sta vicino;
- A San Valentino ogni "Valentino" sceglie la sua "Valentina";
Concludendo
la festa degli innamorati non è più una festività religiosa, ma
pagana dovuta alla commercializzazione di tale ricorrenza. Nonostante
questo la Chiesa la esalta, entro certi limiti, come occasione per
rinforzare l'amore tra un uomo e una donna.
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