Per
poter trattate tale argomento è doveroso conoscere la differenza tra
i termini “vedere” e “guardare”.
Il
primo termine significa che tramite i nostri occhi acquisiamo
immagini del mondo che ci circonda, mentre con il secondo caso
riconosciamo ciò che stiamo vedendo.
Mi
spiego con un esempio enunciando due frasi: “vedo il mare” e
“guardo la televisione”.
Nel
primo caso, anche se riconosciamo il mare, lo vediamo con un certo
distacco: senza pensarci troppo.
Invece
nel secondo caso guardiamo la televisione e quindi elaboriamo le
varie informazioni per poterle memorizzare in modo appropriato. Anche
la semplice distinzione tra la pubblicità e il programma che stiamo
seguendo comporta un’elaborazione di ciò che stiamo guardando.
Questa
distinzione dei due termini può non sembrare molto importante, ma se
la riferiamo ad un robot diventa di fondamentale importanza.
Infatti
il sistema visivo e di comprensione di un robot è fatto ad immagine
e somiglianza di quello umano.
Per
meglio comprendere tale concetto iniziamo con il vedere come funziona
il sistema visivo e di comprensione umano.
Quando
noi vediamo un oggetto, ad esempio un televisore, il nostro cervello
compie una o due operazioni dopo che i nostri occhi hanno acquisito
l’immagine.
La
prima operazione è confrontare l’immagine che gli occhi
percepiscono con le altre immagini simili che si hanno in memoria. Se
trova la stessa identica corrispondenza noi comprendiamo che si
tratta di un televisore e magari riusciamo anche ricordarci la marca
e il modello.
Se
invece non trova un’esatta corrispondenza incomincia a notare le
varie differenze tra le varie immagini memorizzate e quella che vede
(ad esempio la differenza di colore). Dopo di ciò incomincia a
immaginare se queste differenze non ci fossero cosa risulterebbe. A
questo punto possiamo dire che si tratta di un televisore anche se ha
un colore differente.
Ora
esaminiamo come funziona il sistema visivo e di comprensione di un
robot.
Il
sistema visivo è composto da una o più telecamere.
Quando
le telecamere acquisiscono l’immagine la trasmettono al cervello
elettronico o computer che sia.
Questi
effettua la stessa identica operazione di confronto del cervello
umano.
Però
se non trova nessuna differenza la questione finisce li.
Infatti
la capacità di immaginare, quindi di pensare in astratto, è propria
degli esseri umani.
A
questo punto un’obiezione che potrebbe nascere è che ci sono
animali molto intelligenti e che pensano in astratto.
In
realtà non è completamente così.
È
stato fatto un esperimento con un polipo che è un animale molto
intelligente.
In
pratica gli è stata data un bottiglia con all’interno la polpa di
granchio di lui è ghiotto.
La
prima volta la bottiglia era aperta per cui dopo averla girata per un
po' è riuscito a mangiare.
Poi
gli è stata data una bottiglia con un tappo semplice da togliere. Il
polpo ha esaminato la bottiglia e dopo un po' la stappata.
Questo
esperimento è stato ripetuto varie volte aumentando gradatamente la
difficoltà nello stappare la bottiglia.
Arrivato
ad un certo punto il polipo non riusciva più ad aprire la bottiglia.
Anche
quando gli è stato mostrato come aprire la bottiglia non riusciva a
stapparla.
Questo
dimostra che il polipo ha la capacità di pensare in astratto, ma
fino ad un certo punto.
La
capacità di pensare completamente in astratto la può fare solo
l’uomo.
Basta
pensare ai numeri: essi non sono reali eppure li utilizziamo di
frequente in quasi ogni istante della nostra giornata senza neanche
pensarci troppo.
Un
cervello elettronico per quanto possa essere veloce nell’eseguire
determinati calcoli e per quanto possa avere in memoria determinate
informazioni non potrà mai inventarsi nulla.
Un
ingegnere o architetto può progettare un edificio partendo da
determinati dati reali (superficie disponibile, situazione geologica
del terreno, ecc.). Poi utilizza il suo ingegno per creare una
struttura di un certo tipo: esegue determinati calcoli. Alla fine
utilizza la sua immaginazione per creare un edificio con determinate
caratteristiche anche non estetiche.
Un
cervello elettronico non potrebbe fare l’ultima fase.
Concludendo
i robot possono vedere, ma non possono guardare: se riconoscono un
oggetto è perché hanno la stessa identica immagine in memoria.
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