È
da qualche anno che in tutto il mondo si sente parlare sempre più
spesso di fonti di energia rinnovabili e completamente pulite.
Ma
di cosa si tratta esattamente? Da quando è stato scoperto il
petrolio esso è stato e continua ad essere usato per moltissimi usi:
primo fra tutti la creazione di energia.
Per
energia non si intende solo quella elettrica, ma anche energia
termica e energia cinetica.
Per
rendere più chiaro il concetto, l’energia termica, può essere
considerata quella del riscaldamento dei termosifoni e, come energia
cinetica, il movimento di un qualsiasi veicolo dotato di motore a
scoppio.
Oltre
al petrolio, precedentemente, veniva utilizzato il carbone. Anche
questo materiale è ancora usato anche se in maniera minore per una
questione economica e ecologica.
Quindi
si può dire che attualmente (Febbraio 2019) il petrolio è ancora un
prodotto largamente usato. I suoi usi sono molteplici, ma il più
diffuso è la creazione di energia.
Però
il consumo di petrolio comporta l’aumento, sopratutto, di CO2
(anidride carbonica) nell’atmosfera.
Tale
gas è mortale per l’uomo e per gli animali se inalato in grandi
quantità.
Tale
gas può essere convertito in ossigeno grazie alla fotosintesi
clorofilliana.
Però
tale processo oltre ad essere attivo solo durante il giorno (di notte
avviene il contrario) non può convertire tutta l’anidride
carbonica in più che viene immessa nell’atmosfera.
Ecco
che allora si sono cercate delle soluzioni alternative.
Una
soluzione alternativa è quella dell’energia atomica. Purtroppo
essa anche se permette la produzione di grandi quantitativi di
energia elettrica (da un minimo di 40 Mwh a oltre 1 Gwh)
non
può essere classificata tra le fonti di energia rinnovabili
(l’uranio non è molto abbondante) e pulite (la creazione delle
scorie radioattive è un problema gravoso).
Ecco
che allora si è pensato di utilizzare altre fonti realmente
rinnovabili e realmente pulite.
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La prima fra tutte che è stata provata è quella della forza delle maree. In pratica la nostra Luna esercita una certa forza di gravità. Essa anche se molto debole è sufficiente a far si che tutti gli oceani del mondo abbiano un certo moto di innalzamento e abbassamento. Tale moto è ciclico e continuo e quindi può essere utilizzato per produrre energia elettrica. Anche se ciò è vero tale progetto è stato abbandonato (le ultime piattaforme rimaste sono solo e soltanto per puri studi scientifici) per la scarsa produzione di energia elettrica: da un minimo di 6 Kwh ad un massimo di 500 Kwh. Tanto per dare un’idea una piattaforma avrebbe potuto fornire energia elettrica da un minimo di 2 appartamenti ad un massimo di 166 appartamenti. Inoltre tali dati si riferiscono allo Stretto di Messina dove la corrente è più forte: in altre zone di mare aperto la produzione sarebbe più bassa.
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Ecco che allora si è pensato di utilizzare l’acqua dolce: le centrali idroelettriche. Esse producono energia sfruttando la forza dell’acqua. L’acqua arriva su delle pale che sono collegate da un turbina. Quando la turbina incomincia a muoversi essa crea energia elettrica Tale soluzione però presenta due grosse problematiche. La prima è la deturpazione dell’ambiente: una centrale idroelettrica per essere utile deve poter disporre di una certa mole d’acqua e questa dev’essere comunque controllata. Per fare ciò è necessario creare un diga. La seconda problematica è che comunque la produzione di energia elettrica è abbastanza esigua: 10 Kwh per ogni turbina (poco più di tre appartamenti). Inoltre è da tenere presente che d’estate la centrale potrebbe non produrre assolutamente energia elettrica per la scarsità di acqua.
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A questo punto si è pensato di lasciare perdere l’acqua e di utilizzare il vento e cioè l’energia eolica. Per sfruttare il vento si tratta di utilizzare dei grossi “ventilatori” che invece di essere azionati da corrente elettrica vengono azionati dal vento e producono energia elettrica. Un esempio rudimentale, ma efficace, di questi “ventilatori” sono i mulini a vento dei Paesi Bassi. Il principio di funzionamento è lo stesso solo che i pali eolici (questo è il nome tecnico) hanno all’interno una dinamo che produce energia elettrica. Attualmente (Febbraio 2019) non è necessaria una grande quantità di vento per far muovere queste pale e la velocità non dev’essere eccessiva. Tale soluzione prevede due problematiche. La prima è la produzione di energia elettrica: un palo eolico può produrre al massimo 2 Mwh. Se tale cifra può sembrare abbastanza basti pensare che se si tratta di alimentare solo degli appartamenti residenziali si parla di 6.000 appartamenti. Se a questi aggiungiamo le utenze commerciali che arrivano anche a 20 Kwh l’una, all’illuminazione stradale e tutte le varie strutture che necessitano di determinanti quantitativi di energia elettrica risulta evidente che un solo palo eolico è insufficiente. Per eliminare questo problema è necessario avere più pali eolici. Qua si incontra la seconda problematica. Un palo eolico comporta una diminuzione del vento dietro di se (trasporto e trasformazione dell’energia) quindi il secondo palo eolico dev’essere posizionato ad una certa distanza. Ciò comporta l’utilizzo di una grande superficie per poter avere una potenza elettrica di un certo livello. Attualmente, in Italia, ci sono moltissimi aziende, sopratutto agricole, che sfruttano l’energia eolica, ma la usano per uso personale. Se dovessero usarla per un piccolo paese di anche solo 200 persone il numero di pali eolici e quindi l’estensione territoriale potrebbe anche essere abbastanza accettabile. Basta aumentare di qualche unità la popolazione ed ecco che si incominciano ad incontrare grossi problemi.
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Visti tutti questi problemi si è pensato di utilizzare l’energia fotovoltaica. Essa è l’energia fotonica (luminosa) del sole trasformata in energia elettrica. Molti sforzi sono stati fatti in questo campo e si è riusciti ad ottenere dei pannelli fotovoltaici che con dimensioni relativamente ridotte, possono produrre determinati quantitativi di energia elettrica. Per dare un’idea, un pannello di m. 1,00 x m. 1,5 (m2 1,5) può produrre energia elettrica pari a 200 Wh. Per poter arrivare alla potenza di un appartamento residenziale (3.000 Wh) serve una superficie si m2 22,5. Se si pensa che quando si parla di piccoli appartamenti si parla di una superficie minima di m2 40,00 è facile arrivare a pensare che tale soluzione possa essere la più ottimale e per questo sono stati fatti molti sforzi su tale fonte. Inoltre i pannelli fotovoltaici non devono avere una forma ben definita e possono anche avere varie dimensioni (anche più piccole di m2 1,5). Ciò li rende adatti anche per produrre energia elettrica per auto elettriche, per ricaricare vari dispositivi (tablet, smartphone, ecc.). Tutto ciò è limitato alla presenza della luce del sole e quindi non è sempre utilizzabile. Anche in questo caso si sono fatti vari sforzi per creare degli accumulatori (sarebbero le classiche batterie ricaricabili al litio) sempre più capienti e sempre più piccoli. A questo punto unendo all’impianto fotovoltaico un sistema di accumulatori in grado di garantire una certa potenza per la notte e in caso di giornate molto nuvolose (ed un alternatore per convertire l’energia elettrica prodotta da continua ad alternata) il problema viene completamente risolto. Ed infatti non poche abitazione e aziende hanno incominciato a staccarsi completamente dalla rete elettrica nazionale Anche in campo automobilistico molte aziende hanno incominciato a creare delle auto elettriche, alimentate da celle fotovoltaiche, che non hanno nulla da invidiare alle macchine tradizionali dal punto di vista del design e, in alcuni casi, della potenza.
Dopo
questa panoramica appare chiaro che per il momento non esiste
un’unica fonte di energia rinnovabile e pulita che permette di
eliminare del tutto il carbone, il petrolio e l’uranio. Però se si
uniscono le varie formule (soprattutto quella eolica e quella
fotovoltaica) i consumi verrebbero sensibilmente prodotti e, in vari
casi, addirittura eliminati.
Per
completezza d’informazione menziono che ci sono anche altri sistemi
per produrre energia elettrica in modo pulito, però o si tratta di
studi in fase embrionale (ad esempio l’energia geotermica) o sono
una semplice derivazione delle opzioni prima descritte (ad esempio i
motori a celle d’idrogeno).
Infine,
sempre per completezza d’informazione, tutti questi sistemi
forniscono energia elettrica continua. Per poter convertire l’energia
elettrica da continua ad alternata (nel caso di abitazioni et simili)
basta inserire subito dopo gli accumulatori un apparecchio (anche di
dimensioni molto ridotte) chiamato “alternatore”. Esso non fa
altro che convertire l’energia elettrica da continua in alternata.
Concludendo
le fonti di energia rinnovabili sono quelle fonti di energia infinita
(se non si calcola che nell’ordine di milioni di anni come, ad
esempio, l’energia fotonica del sole) e completamente non
inquinante: la più promettente è quella fotovoltaica.
ATTENZIONE:
per problemi tecnici non imputabili al sottoscritto chiedo a tutti i
lettori di inserire solo
commenti di apprezzamento o di non apprezzamento che non necessitano
di risposta.
Commenti che invece necessitano di risposta sarei grato se me li
inviaste via mail (paolopaciaroni72@yahoo.com)
o via WhatsApp al numero (+39) 3518518116.
Ciò
è dovuto al fatto che non
mi è possibile rispondere sul blog.
Grazie.
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