Quante volte ci è capitato di invitare una o più persone a casa nostra o di essere invitati a casa di altre persone?
Sicuramente molte volte.
Ma quanti sono coscienti di quello che significa proporre o accettare un invito?
Vediamo per prima cosa la proposta di invito.
Le proposte di invito vengono fatte per i motivi più svariati: per passare del tempo in piacevole (forse anche dolce) compagnia, per parlare di lavoro in un luogo confortevole, ecc.
Ma qualunque sia il motivo, ogni volta che abbiamo invitato una o più persone a casa abbiamo compiuto un gesto che non avremmo mai fatto con nessuno o quasi: metterci a nudo e mostrarci per come siamo.
Infatti, nel momento stesso in cui noi entriamo a casa di qualcuno elaboriamo, a livello inconscio, tutte le informazioni che quell’ambiente ci da sul padrone o padrona di casa.
Queste informazioni sono contenute in ogni cosa: se ci sono quadri appesi e quali sono, dal tipo di colore che hanno le pareti, dalla disposizione dei mobili, ecc.
Anche quando la casa è in ristrutturazione (ma è comunque abitabile) o in via di rifiniture facciamo un’analisi di quell’ambiente.
A favore di quanto esposto quante volte ci è capitato di entrare a casa di una persona con cui si ha un qualsiasi grado di conoscenza e andarsene via, anche con una certa sorpresa, soddisfatti per aver passato qualche ora con questa persona? Sicuramente molte volte
Ma è mai capitato il contrario? Anche in questo caso la risposta è affermativa, anche se, forse, solo pochissime volte.
Ma se la persona che ci ha ospitato si è sempre comportata allo stesso modo perché abbiamo delle sensazioni cosi diverse? Semplicemente perché abbiamo elaborato tutti i vari dati descritti prima e abbiamo arricchito il nostro giudizio su quella persona di altri elementi sia positivi che negativi.
Siamo in un certo modo riusciti a percepire determinati aspetti di quella persona che ignoravamo.
Ovviamente se questi aspetti sono positivi o quasi completamente positivi proveremmo un senso di benessere o soddisfazione: siamo stati in compagnia di una persona con cui si possono condividere molte cose...più di quante ne sapevamo prima.
Se invece gli aspetti sono completamente o quasi completamente negativi proveremmo un certo disagio e magari anche una certa delusione: siamo stati in compagnia di una persona con cui non possiamo condividere niente o quasi.
Però anche accettare un invito comporta un’azione simile.
Per analizzare le varie situazioni che accettare un invito comporta è necessario selezionare come si comporta l’invitato quando riceve questo invito.
Quando si propone un invito l’ospite può avere quattro tipi di reazione.
Il primo tipo è quello che non ci auguriamo: rifiuta l’invito. Quando una persona fa una cosa del genere e non cerca una soluzione e/o liquida la questione con frasi tipo “Prima o poi capiterà un’altra occasione” o “Non so che dirti perché ho sempre qualche impegno” o qualcosa di simile, vi consiglio di lasciar perdere. Queste sono tutte frasi di circostanza che vengono usate al posto del secco “No”. Se una persona non vuole venire a casa vostra e, ovviamente c’è già una certa conoscenza, il motivo reale del rifiuto è che non se la sente, magari solo per il momento, di avere un rapporto più intimo con voi.
Chiarisco meglio l’argomento con il prossimo caso: l’ospite accetta l’invito.
Quando si accetta un invito, sempre inconsciamente, vuol dire che stiamo cercando con la persona che ci ha invitato un contatto più intimo di quello avuto finora. Ed è proprio la necessità di soddisfare questo bisogno che ci porta a fare l’elaborazione prima descritta.
Questa elaborazione diventa fondamentale per poter decidere se avere o meno un certo rapporto con l’ospitante e che tipo di rapporto avere.
Poi esistono due casi molto simili tra loro, ma che è doveroso trattare distintamente.
Il primo di questi due casi è quando l’ospite dice prima si e poi no. Se nella formulazione dell’invito sono stati, successivamente, aggiunti determinati particolari il motivo mi sembra abbastanza palese: va bene avere un rapporto più intimo, ma fino ad un certo punto.
Se invece non sono stati aggiunti particolari il rifiuto può essere dovuto al fatto che una relazione più intima con l’ospite (colui che lancia l’invito) farebbe piacere all’invitato. Però subito dopo o quasi ci ripensa perché una cosa del genere presenta delle problematiche che l’invitato non se la sente di gestire.
In questo caso è meglio non insistere (se non in determinati casi particolari) perché, a parte il fatto che una certa insistenza può dar fastidio, ma sussiste la grande possibilità che l’invitato non passi una bella serata: conviene rovinare il rapporto che attualmente si ha?
L’altro caso è quando l’invitato inizialmente non accetta e poi cambia idea. Anche in questo caso si deve escludere la situazione in cui l’invitato sia riuscito, inaspettatamente, a liberarsi: non c’è nulla da analizzare perché si ritorna al secondo caso generale e cioè quando l’invitato accetta subito.
Se invece non è accaduto nulla di tutto ciò, l’accettazione dell’invito, è perché dopo un momento di timore iniziale nell’avere un rapporto più intimo con l’invitato o, sono state aggiunte delle condizioni che hanno tranquillizzato l’inviato, oppure, lo stesso inviato si sente pronto ad accettare le conseguenze che tale maggiore comunione con l’ospite comporta.
Questo si può ricondurre a quando due innamorati decidono di andare a convivere: all’inizio del rapporto non è il caso, ma più in la è quasi doveroso per avere più intimità.
A questo punto è facile che nasca la seguente domanda: quando è conveniente invitare qualcuno a casa?
Purtroppo non esiste un metro di giudizio universale. L’unica è affidarsi al proprio istinto e quando ci si sente pronti, proporre l’invito...tanto l’ultima parola spetta sempre all'invitato.
Una precisazione: ho sempre usato il genere maschile solo per una questione grammaticale.
Infatti, tutto ciò è valido a prescindere dal fatto che si tratti di due uomini o di due donne o di un uomo e una donna. Stessa cosa dicasi per l’età e per l’estrazione sociale a patto che questi fattori siano uguali o, almeno, molto simili.
Concludendo proporre un invito a casa nostra nei confronti di una qualsiasi persona o accettare noi stessi un invito del genere comporta di avere un'intimità maggiore con l’altra persona.
Carissimo Paolo, come sempre i tuoi articoli sono fonte di grande interesse per chi li legge poiché ricche di contenuti.
RispondiEliminaGrazie per il tuo lavoro e continua sempre così