È
da circa un anno (Maggio 2019) che si sente parlare sempre più
spesso della tecnologia 5G.
Nonostante
ciò c’è ancora un certo alone di mistero intorno a questa nuova
tecnologia, compresi gli eventuali effetti nocivi sulla salute umana.
Vediamo
innanzitutto cos’è il 5G.
La
trasmissione (o trasferimento) dati è sempre stato uno scoglio non
indifferente nella società di oggi.
Finché
si parla di trasmissioni via cavo non esiste un grande problema,
sopratutto con l’uso massiccio delle fibre ottiche. Esse infatti
offrono una maggiore velocità di trasmissione ed anche un’immunità
totale alle varie interferenze elettromagnetiche.
Però
quando si incomincia a parlare di trasmissione dati via etere (quindi
tramite onde radio) le cose cambiano radicalmente.
Si
è iniziati con la trasmissione 2G, per proseguire con la
trasmissione 3G e per finire con la trasmissione 4G. Arrivati a
questo punto poter aumentare la velocità presentava dei problemi
tecnici insormontabili.
Ma,
come sempre, la determinazione umana, attraverso studi scientifici, è
riuscita a superare le varie problematiche creando la trasmissione
dati a 5G.
Per
dare un’idea della velocità di questa rete prendiamo, come
esempio, il download di un CD Audio.
Esso
ha una volume pari a 700 MB e con la rete 4G occorrono 4 minuti per
poter effettuare una download completo. Invece con la rete 5G bastano
venti secondi. In pratica si ha una velocità di dieci volte
superiore.
Nonostante
ciò la rete 5G non è una semplice evoluzione delle rete 4G, perché
possiede molte caratteristiche diverse.
Una
di queste caratteristiche, molto importante, è la possibilità di
poter connettere più dispositivi alla stessa fonte senza avere
diminuzioni di velocità di trasmissione dati.
Un’altra
caratteristica è la questione che gran parte del lavoro di questa
rete dipende dal sistema di antenne e non dall’hardware dello
smartphone (anche se solo alcuni smartphone di ultima generazione
sono adatti alla rete 5G ).
Ciò
comporta un notevole risparmio di energia della batteria, quindi un
allungamento della vita della batteria e di tutto il circuito ad esso
connesso.
Alla
luce di ciò si evince che la rete 5G è un’ottima cosa.
Ma
ci sono dei rischi per la salute umana?
Ufficialmente
parlando non esistono dati certi sulla nocività delle onde radio
della rete 4G, quindi figuriamoci se ne esistono sulla rete 5G.
Volendo,
per valutare i potenziali effetti negativi sulla salute del 5G,
possiamo però rifarci alle prove disponibili sugli effetti delle
emissioni legate a 2G e 3G, cercando di ipotizzare cosa possa
verificarsi in conseguenza di esposizioni differenti.
Ma
anche in questo caso, serviranno anni di studi dalla sua diffusione
per avere risposte chiare.
Quello
che sappiamo fino ad ora, però, rassicura più che allarmare: il 5G
viaggerà su frequenze più elevate rispetto a 2G, 3G e 4G (e questo
è uno degli elementi che spaventa), ma la rete di antenne, in
realtà, utilizzerà segnali dotati di potenza inferiore.
Inoltre
resta fermo il fatto che, anche se a frequenze maggiori, la capacità
di penetrazione di queste onde nei tessuti umani rimane sempre molto
bassa e limitata agli strati superficiali della pelle, ed inoltre
manca anche dell’energia necessaria per causare un danno al DNA.
Con
una rete di questo genere, per la capillarità delle antenne del 5G,
l’intensità dei segnali necessari e le frequenze utilizzate, viene
da pensare a un’esposizione limitata e dagli effetti negativi
paragonabili o addirittura inferiori a quelli derivanti dall’uso di
tecnologie precedenti.
Nonostante
ciò in rete si trovano articoli con i seguenti titoli: "Saremo
bombardati da onde millimetriche più rischiose per la salute",
"Ci saranno milioni di mini-antenne intorno a noi dannose per la
nostra salute", "Studi su topi e ratti dimostrano che il 5G
e le onde elettromagnetiche sono cancerogeni", "Il 5G
abbassa le difese immunitarie" e per ultimi "Il coronavirus
si trasmette più rapidamente grazie alle onde elettromagnetiche del
5G", "La diffusione del coronavirus è correlata al 5G"
Ora
lasciando perdere gli ultimi due titoli che sono palesemente assurdi,
ma gli altri titoli hanno un qualche fondamento di verità? Per il
momento no.
Come
detto in precedenza, sulle onde elettromagnetiche emesse con il 5G
non ci sono ancora dati che permettono di capire se ci sono o meno
effetti dannosi.
Ci
sono dati validi, riconosciuti dalla comunità scientifica
internazionale, sull’esposizione alle frequenze di 2G e 3G, dati
che non danno ancora risposte definitive e che, comunque, non possono
essere trasferite in automatico sul 5G (antenne e frequenze sono
molto diverse).
Ecco
cosa dice ISS (Istituto Superiore Di Sanità) con specifico
riferimento al 5G: «Al
momento, non è possibile formulare una previsione sui livelli di
campo elettromagnetico ambientale dovuti allo sviluppo delle reti 5G.
Se da un lato aumenteranno sul territorio i punti di emissione di
segnali elettromagnetici, dall’altro questo aumento porterà a
potenze medie degli impianti emittenti più basse. Un'ulteriore
riduzione dei livelli medi di campo sarà dovuta alla rapida
variazione temporale dei segnali. Una valutazione adeguata
dell’impatto di questa nuova tecnologia potrà essere effettuata
solo a seguito di una conoscenza dettagliata delle caratteristiche
tecniche degli impianti e della loro distribuzione sul territorio.»
Inoltre
è da tenere presente anche il fattore tempo e distanza: per quanto
tempo si rimane esposti alla rete 5G e a che distanza si trova il
ripetitore più vicino. Infatti più il tempo di esposizione sarà
minore e la distanza sarà maggiore, più gli eventuali effetti
nocivi saranno difficilmente riscontrabili.
Infine
c’è una cosa che gli “antisostenitori del 5G” non sanno.
Ammesso
e non concesso che questa concentrazione di onde radio possa essere
dannosa per l’essere umano, l’Italia è il primo paese, a livello
mondiale, sul controllo delle emissioni elettromagnetiche ritenute
dannose per l’uomo.
Ci
sono numerose leggi mai abrogate (ricordo che il sistema legislativo
italiano non prevede l’annullamento o la cancellazione di una
legge, ma solo l’abrogazione) che sono tutt’ora scrupolosamente
rispettate sulla questione delle emissioni di onde elettromagnetiche.
Infatti, attualmente (Maggio 2020) il 62% delle stazioni radio base
in Italia non possono essere usate per propagare il segnale 5G.
Quindi
prima di poter avere una copertura efficiente e disponibile, in
Italia, occorreranno molti investimenti da parte dei vari gestori di
telefonia mobile.
Quindi,
sempre per quanto riguarda l’Italia. si può stare, in un certo
qual modo, tranquilli. Cosa che invece non è nel resto del mondo
dove le varie norme sul controllo delle emissioni elettromagnetiche
sono meno severe o addirittura assenti.
Un’ultima
informazione è sul significato di 5G (quindi anche sul significato
di 2G, 3G e 4G).
In
pratica si tratta di un semplice acronimo che sta per “fifth
generation” cioè “quinta generazione”. Di conseguenza 2G sta
per “second generation” (seconda generazione), 3G per “third
generation” (terza generazione) e 4G per “fourth generation”
(quarta generazione).
Concludendo
la rete 5G permetterà una maggiore velocità di trasmissione dati ed
anche una connessione maggiore di dispositivi alla stessa emittente.
Sui possibili danni di questa frequenza non esistono dati ufficiali
che possono confermare o smentire tale presunta nocività.
ATTENZIONE:
per problemi tecnici non imputabili al sottoscritto chiedo a tutti i
lettori di inserire solo
commenti di apprezzamento o di non apprezzamento che non necessitano
di risposta.
Commenti che invece necessitano di risposta sarei grato se me li
inviaste via mail (paolopaciaroni72@yahoo.com)
o via WhatsApp al numero (+39) 3518518116.
Ciò
è dovuto al fatto che non
mi è possibile rispondere sul blog.
Grazie.
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