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Origini del razzismo



Oggigiorno quando si sente la parola “razzismo”, la prima figura che ci viene in mente, è una persona con fattezze caucasoidi (con la pelle bianca) che denigra, oltraggia, ecc. un’alta persona con fattezze negroidi (con la pelle scura).
Ma è solo questo l’unico razzismo che esiste? Ma ancora prima di questa domanda è meglio porsi la domanda; quando è perché è nato il razzismo?
Partiamo con il rispondere all’ultima domanda.
Le prime notizie sul razzismo risalgono al Medioevo ed esattamente quando i sovrani cristiani si vollero impadronire dei beni dei banchieri ebrei.
Esso, il razzismo, poi si sviluppo nel XVI secolo, quando Spagna e Portogallo, impiegarono persone africane di colore per le loro colonie.
Successivamente, nel XIX secolo, ci fu la questione della razza ariana nei confronti di tutte le altre razze. Di questo periodo è interessante menzionare che questo motivo servì a Joseph Arthur de Gobineau per giustificare i privilegi dell'aristocrazia e spiegare l'antagonismo tra essa e le masse popolari.
In realtà il razzismo ha origini ancora più remote che risalgono addirittura agli albori dell’umanità.
Infatti, esiste un altro termine che “giustifica” il razzismo ed è la “xenofobia”.
Questo termine sta ad indicare la paura di una persona diversa da noi.
La diversità di questa persona può essere dipesa dalla nazionalità, dal ceto sociale, dal modo di parlare (ad esempio un balbuziente), ecc.
In tutti questi casi, quando non si è possibile allontanarsi dalla persona diversa, la xenofobia si tramuta in razzismo e quindi la persona più forte tende a sottomettere la persona più debole.
L’unica differenza che si nota nel razzismo è che la società premoderna (quindi prima del 1492) era razzista per motivi non legati al colore della pelle, ma alla ricchezza, alle origini umili, ecc.
Però gli storici (la maggior parte) sono restii a parlare di razzismo in queste epoche perché più che sottomettere i più deboli, i più forti preferivano relegare i primi in zone più o meno remote al lontano da loro stessi.
Come esempio basti pensare ai tempi dell’antica Roma. A quei tempi la popolazione era divisa tra romani e barbari. I romani erano quelli che vivevano all’interno dei confini dell’impero romano, mentre i barbari erano coloro che vivevano all’esterno dei confini di questo impero.
Quando alcuni imperatori concessero la “cittadinanza” romana ad alcuni barbari (è successo varie volte), i romani non fecero altro che relegare i barbari romanizzati il più possibile da loro. Ma la cosa finiva li.
Invece dal 1492 le cose mutarono e il razzismo divenne pretesto per atti di violenza verso altre persone.
Ma come detto, il razzismo verso le persone di colore nacque dal XVI secolo e non è sempre stato allo stesso livello: ciclicamente torna a livelli molto alti.
Quindi il razzismo è sempre esistito.
Ora la risposta alla prima domanda in parte è già stata data menzionando l’esempio dell’antica Roma, ma quello a cui molti non pensano che esiste un’altra forma di razzismo che non ha nulla a che fare con la xenofobia.
Ci sono persone che non possono vedere altre persone della stessa nazione, a prescindere dalla loro estrazione sociale, solo perché sono di un’altra regione.
Un esempio eclatante, tutto italiano, è la insofferenza tra la gente del nord Italia e la gente del sud Italia.
Un altro esempio può essere dato da quelle persone che guardano e solo e soltanto persone con determinate fattezze: l’uomo che guarda solo le donne bionde e che solo queste sono belle o comunque degne di attenzione.
Infine un altro esempio, anche questo risalente agli albori dell’umanità, è la superiorità dell’uomo nei confronti delle donne.
In alcuni casi questi comportamenti sono addirittura comandati nelle sacre scritture come nel Corano dove è scritto che l’uomo è superiore alla donna ed un dovere di quest’ultima essere sottomessa all’uomo.
Come si vede, in questi casi, la xenofobia non esiste e la causa di tale razzismo va ricercata nell’ignoranza della gente (tutti i napoletani solo ladri), dall’ottusità (solo le donne bionde sono belle) e dall’incapacità di relazionarsi con l’altro sesso o per motivi religiosi (tutte le donne sono inferiori agli uomini).
Esistono tanti altri tipi di razzismo, ma il solo elencarli tutti sarebbe impossibile. Ma la cosa comune è l’incapacità dell’essere umano di accettare il diverso, tale incapacità non è possibile che sia del tutto assente perché ciò ci permette di poter discernere cosa è più adatto alla nostra indole.
Concludendo il razzismo sul colore della pelle ha avuto inizio nel XVI secolo, ma il razzismo, nel senso più ampio del termine, risale agli albori della razza umana.

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