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Compleanno


In tutto il mondo è usanza festeggiare il proprio compleanno.

Però, è curioso, che tale celebrazione abbia in se varie usanze che hanno origini in date e luoghi differenti.

In pratica, in tale ricorrenza, abbiamo le seguenti usanze:

  1. il festeggiamento del compleanno (in alcuni casi chiamato genetliaco);

  2. la torta o dolce analogo;

  3. le candeline;

  4. il regalo;

  5. la canzone di augurio;

  6. la tirata d’orecchie.

Esaminiamo tutte queste usanze una per una.

  1. Il festeggiamento del compleanno: questa usanza ha un'origine molto antica ed è del tutto pagana. Infatti, era usanza fare gli auguri alla persona festeggiata al fine di proteggerla dalle forze del male è auspicarle salute e forza per l’anno avvenire.

Il primo popolo che iniziò tale usanza furono gli antichi Egizi. In quei tempi il festeggiamento del compleanno era riservato solo ai faraoni.

Quest’ultimi erano soliti essere omaggiati da dei banchetti, organizzati dai vari invitati, in cui c’era ogni sorta di prelibatezza.

Sia in Mesopotamia che in Egitto era imporrante registrare il giorno della propria nascita per potere realizzare l’oroscopo.

Anche tra i Greci, i Romani ed i Persiani c’era questa usanza riservata alle varie divinità, ai sovrani e a tutti i nobili.

Proprio perché tale pratica era pagana, i primi cristiani non festeggiavano il compleanno.

Solo la data della morte veniva festeggiata (dies natalis) perché era il giorno della loro nascita alla vita eterna.

Per lo stesso motivo anche gli ebrei rigettavano tale usanza.

Ma quando il festeggiare del compleanno diventò come oggi lo conosciamo? La prima testimonianza l’abbiamo nel 1802, quando Johann Wolfgang von Goethe, volle celebrare degnamente il suo cinquantatreesimo compleanno.

Da tale epoca i vari riti (auguri, torta, candeline, regali e canzoni) vennero riuniti e consolidati negli ambienti aristocratici e nella borghesia.

Tutto ciò raggiunse i vari ambienti non prima del XX secolo.

Una cosa su cui fare attenzione è la menzione nella Bibbia (antico testamento) a due compleanni.

La prima menzione è quella riferita agli antichi Egizi. Il faraone in quel giorno era solito liberare un prigioniero: infatti, in un compleanno, fu liberato il capo dei coppieri mentre paradossalmente fu assassinato il capo dei panettieri (Genesi 40:20-22).

La seconda menzione l’abbiamo quando Erode Antipa, re di Giudea, nel giorno del suo compleanno, fece decapitare Giovanni Battista nella prigione, servendo la sua testa su di un piatto secondo il desiderio di Salomè, figlia di Erodiade (Matteo 14:6-10):

  1. Torta di compleanno: tale usanza trova la sua origine nell’antica Grecia, che a sua volte trova origine negli antichi Egizi e Persiani. Gli egiziani, come già scritto prima, omaggiavano il genetliaco del faraone organizzando un banchetto con molte prelibatezze. I Persiani invece usavano un dolce.

Ma furono i Greci ad unire le due usanze in unico rito: torta di compleanno e altre prelibatezze dolci e salate:

  1. Le candeline: per tale usanza non è possibile dare un data esatta e un’ubicazione esatta.

Infatti, in Grecia proprio (quando vennero unite l’usanza egiziana e quella persiana), le candeline venivano usate per esaltare lo splendore di tali dolci.

Sempre nello stesso periodo nacque l’usanza di soffiare sulla candeline dopo aver espresso un desiderio.

Ma si trovano testimonianze dello stesso rito in varie civiltà precedenti ai Greci. Ma in questi casi, soffiare sulle candeline alla fine dei festeggiamenti, aveva il solo scopo di allontanare dal festeggiato eventuali spiriti maligni.

Infatti, si credeva che il fumo causato dallo spegnimento, allontanasse la presenza di questi spiriti maligni durante la sua ascensione.

Alcuni ritenevano inoltre che il fumo sprigionato dalla fiamma potesse trasportare i desideri fino al cielo. Ecco perché, oggi, è consuetudine esprimere un desiderio prima di soffiare sulle candeline;

  1. Il regalo: anche tale usanza è da attribuirsi ai Greci. Essi erano soliti offrire dei doni al festeggiato poiché si credeva che tali doni (o la pratica stessa) avessero il potere di proteggere il festeggiato e i donatori stessi dagli spiriti maligni.

Col tempo anche i Romani accettarono tale pratica come parte della loro tradizione.

  1. La canzone di augurio: tale usanza, nata sempre in Grecia, ma praticata assiduamente presso i Romani, era limitata solo agli auguri, senza canzone, per proteggere il festeggiato dalle forze del male ed augurargli prosperità nel nuovo anno a venire.

La melodia (Tanti auguri a te) fu composta dalle sorelle statunitensi Mildred Janie Hill e Patty Smith Hill nel 1893, quando erano maestre di asilo a Louisville (Kentucky).

Inizialmente fu creata come saluto di ingresso all'aula da parte degli alunni, e recitava "Good Morning to All" (Buongiorno a tutti).

Successivamente, non si sa con certezza chi, le parole sono state cambiate in quelle che tutti conosciamo.

Però c’è da dire che in alcuni, non molto rari, negli Stati Uniti il canto di augurio è sostituito da “For He's a Jolly Good Fellow". Le parole di detto canto sono: “Perché è un bravo ragazzo / perché è un bravo ragazzo / perché è un bravo ragazzo / nessuno lo può negar!”.

  1. Tirata d’orecchie; tale pratica, oggi usata solo in occasione delle feste di compleanno dei bambini, è una tradizione puramente italiana.

Non si sa con certezza quale e quando sia l'origine: ci sono varie teorie, ma nessuna può essere confermata.

Secondo alcune fonti si tratta di una pratica puramente igienica in cui si tiravano le orecchie al festeggiato per controllare se erano state correttamente pulite e se fosse stato rimosso interamente il cerume, al fine di garantire la salute del festeggiato e assicurarsi che sentisse correttamente gli auguri di compleanno.

Altre fonti, versione più favolistica, dicono che nel rinascimento di raccontava ai bambini che ad ogni compleanno avrebbero subito una tirata d'orecchie come punizione per tutte le marachelle commesse durante l'anno.

Altre pratiche o abitudini, come l'utilizzo di palloncini colorati, tovaglie, posate, piatti e bicchieri di plastica colorata e stelle filanti, non necessariamente sono legate alla tradizione, poiché hanno il solo scopo di rendere più attraenti e vivaci i festeggiamenti, oltre a servire da intrattenimento per gli invitati, soprattutto in presenza di bambini.

Per completezza d’informazione, in epoca medievale, tra le persone del popolo si celebrava soltanto il proprio onomastico, mentre tra i nobili era consuetudine celebrare anche il compleanno.


Infine, mi sembra giusto, fornire una “guida” su quali compleanni sono più importanti degli altri...secondo alcune persone:

  • 1 anno;

  • 10 anni;

  • 16 anni (solo negli Stati Uniti);

  • 18 anni;

  • 20 anni;

  • 25 anni;

  • 30 anni;

  • 40 anni;

  • 50 anni;

  • 60 anni;

  • 70 anni;

  • 80 anni;

  • 90 anni;

  • 100 anni.

e delle piccole usanze nei vari paesi:

  • In Spagna, e in molto paesi ispanici, esiste la quinceañera: giorno in cui una ragazza compie quindici anni;

  • Ogni 19 compleanni si ha la stessa fase lunare del giorno nativo;

  • Ogni 8 compleanni Venere e Marte (e ogni 12 anni Giove) sono nella stessa costellazione nativa;

  • Il compleanno d'oro si ha quando l'età raggiunta, coincide con il giorno del mese in cui la persona è nata (per esempio, 30 anni il 30 Maggio).

    Concludendo, il festeggiamento del proprio compleanno come oggi lo conosciamo è da attribuirsi a Johann Wolfgang von Goethe dal 1802: raggruppò tutti i vari riti (di origine diverse) in un unico rito.


ATTENZIONE: per problemi tecnici non imputabili al sottoscritto chiedo a tutti i lettori di inserire solo commenti di apprezzamento o di non apprezzamento che non necessitano di risposta. Commenti che invece necessitano di risposta sarei grato se me li inviaste via mail (paolopaciaroni72@yahoo.com) o via WhatsApp al numero (+39) 3518518116.

Ciò è dovuto al fatto che non mi è possibile rispondere sul blog.

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