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Può "impazzire" un robot?



Per rispondere è bene partite dalla fantascienza per poi arrivare alla scienza.
Nei primi racconti tecnologici di fantascienza è facile trovare trame in cui un computer o un robot "impazzisce" e prende il sopravvento sull'uomo. In questi racconti i sistemi (i robot o i computer) stanchi di essere "schiavi" dell'uomo hanno la capacità di invertire i ruoli: il sistema è il "padrone" e l'uomo è lo "schiavo".
Questo genere di fantascienza prese molto piede quando si incominciò a parlare abbastanza diffusamente di computer, cibernetica, ecc., ma senza spiegare esattamente cosa fossero e come in effetti funzionassero questi nuovi marchingegni.
Da questo genere di fantascienza fu travolto anche un noto scrittore: Isaac Asimov. Questo è stato uno scrittore di fantascienza "ragionata". In pratica si tratta di fantascienza che però parte da base reali e tramite ragionamenti logici prospetta determinati scenari futuri possibili.
Proprio per questa sua prerogativa Asimov formulò le tre leggi fondamentali della robotica.
Tale leggi sono le seguenti:
Prima Legge: “Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che a causa del proprio mancato intervento un essere umano riceva danno”.
Seconda legge: “Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani purché tali ordini non contravvengano alla prima legge”.
Terza legge: “Un robot deve proteggere la propria esistenza purché questo non contrasti con la prima e la seconda legge”.
Come si può ben vedere queste tre leggi tutelano completamente l'esistenza di ogni essere umano. Perché queste leggi possano essere osservate esse devono essere inserite a livello hardware in un robot o a livello software in un programma di un computer.
Queste tre leggi sono così ben formulate che molti scienziati hanno incominciato a prenderle in seria considerazione da circa 25 anni a questa parte...ed ora si esce dalla fantascienza per entrare nella scienza.
È da circa 25 anni che si stanno creando programmi autoimparanti, cioè che imparano dai propri sbagli. Questo ovviamente permette un considerevole risparmio di tempo per portare a termine un certo compito.
Faccio un esempio per chiarire il concetto.
Supponiamo di avere a disposizione un sistema per costruire un automobile. Si può operare nel metodo tradizionale scrivendo un programma che dice passo passo al sistema cosa fare: questo comporta un considerevole impiego di tempo per scrivere il codice del programma. Oppure si può lasciare che il sistema trovi da solo la strada più ottimale: anche in questo caso c'è un certo impiego di tempo, ma è sicuramente inferiore al caso precedente.
Un'altra cosa da notare è che nel primo caso se il sistema dovesse "impazzire" si tratterebbe sicuramente di un errore umano, mentre nel secondo caso l'errore è sicuramente del sistema.
Ovviamente in un esempio di questo tipo non esiste assolutamente la possibilità che un sistema prenda il sopravvento sull'uomo, ma se si pensa un pò più in grande e si pensa a sistemi complessi come, ad esempio, il sistema di controllo e comando di missili nucleari in un sottomarino, allora questo pericolo esiste.
Però esaminiamo la questione un pò più da vicino per meglio definire il pericolo.
Se un sistema dovesse avere il sopravvento sull'uomo perché stanco di essere "schiavo", significa che il sistema ha preso coscienza di sé: il sistema ha capito di esistere...è arrivato a pensare. Questo è ancora semplicemente fantascienza.
Altra ipotesi: il sistema prende il sopravvento sull'uomo perché è la soluzione più ottimale per risolvere un problema o, più tecnicamente, per portare a termine la sua programmazione. Questa è una cosa possibile ed è in questo caso che le tre leggi della robotica devono essere introdotte. Questa operazione porterebbe, inevitabilmente, ad un ritardo più o meno considerevole da parte del sistema per trovare la soluzione più ottimale e per questo motivo non tutti i sistemi hanno questa protezione per l'uomo: meno tempo si impiega per portare a termine una certa programmazione significa più profitto per una o più società. Anche in questo caso si tratta di errore umano.
Concludendo possiamo dire che un sistema può "impazzire" solo perché c'è un errore umano: nessun sistema ha coscienza di sé e può decidere in autonomia.

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