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Associazioni di consumatori



Le associazioni di consumatori sono delle associazioni i cui associati sono del semplici consumatori.
Esse sono nate per far rispettare, da parte di società truffaldine, i diritti dei consumatori.
In Italia esistono vari associazioni di consumatori (non faccio nomi per non fare pubblicità non richiesta), ma non tutte offrono gli stessi servizi.
Vediamo nel dettaglio come funzionano.
La cosa che accomuna tutte queste associazioni è il fatto che per farne parte tocca pagare (come in tutte le altre associazioni di qualsiasi genere) una quota d'iscrizione (generalmente annuale) e, alla scadenza dell'iscrizione, una quota di rinnovo per continuare a farne parte.
Attualmente (Febbraio 2019) non esiste una regolamentazione sulle tariffe di iscrizione/rinnovo quindi si trovano associazioni per tutte le tasche: da poche decine di euro l'anno a varie decine di euro l'anno.
Tra tutte queste associazioni ci sono, purtroppo, anche quelle poco serie o non affatto serie.
Per non avere brutte sorprese esistono due soli metodi possibili: leggere le recensioni dei vari soci ed ex soci e diffidare di chi chiede tariffe troppo basse o troppo alte a parità di servizi.
Detto questo esaminiamo i servizi che queste associazioni (da qui in poi chiamate AC per comodità) offrono: sia quelli comuni che non.
Il servizio comune che offrono (non potrebbe essere altrimenti) è quello di consigliare il consumatore su quale prodotto e/o servizio acquistare.
Purtroppo la gente pensa che un'AC di questo tipo debba conoscere tutti i prodotti/servizi che esistono sul mercato e se ciò non è possibile allora vuol dire che l'AC difetta di serietà.
Questo può anche essere vero, ma generalmente non è assolutamente cosi.
Facciamo un esempio per chiarire questo concetto.
Poniamo caso che un'AC pubblichi sul proprio sito e sulla propria rivista (se ne ha una) un articolo in cui consiglia il miglior smartphone da acquistare.
Il consumatore che legge tale articolo e vuole acquistare uno smartphone può fare due cose: affidarsi completamente alle informazioni riportare nella rivista oppure andare a fare un'indagine per conto suo tenendo comunque a mente marche, modelli e prezzi degli smartphone presenti nell'articolo.
Quando il consumatore che ha scelto il secondo metodo di comportamento trova degli smartphone che hanno le stesse prestazioni di quelli presenti nelle riviste, ma non sono presenti nell'articolo e che hanno un prezzo inferiore pensa che ci sia una non serietà o poca serietà da parte dell'AC.
Ciò non è assolutamente matematico. Infatti, sopratutto nel caso degli smartphone, non è possibile riuscire a testare tutti i modelli che esistono sul mercato visto il grande numero di varietà. Un'AC deve comunque pagare dei soldi per acquistare lo smartphone e spendere altri soldi per le prove di laboratorio e sul campo. Quindi, spesso e volentieri, non è che l'AC non è seria è solo che, tecnicamente parlando, non può addossarsi una spesa colossale e quindi punta su determinati modelli (magari i più nuovi o quelli che possono risultate più invitanti) e fare le varie prove su quelli.
Comunque per verificare che effettivamente esista una malafede o meno nell'AC basta fare una semplice telefonata all'assistenza clienti o servizio analogo.
Nella telefonata basta dire il proprio nome e cognome e/o codice socio e segnalare ciò che è accaduto.
Se l'AC è seria oltre a prendere nota della segnalazione del socio farà uscire (i tempi dipendono dalla politica dell'AC) un articolo nuovo sul miglior smartphone da acquistare.
Se, invece, l'assistenza clienti o servizio analogo non prende nota dell'accaduto e/o non pubblica un articolo di rettifica (la dicitura rettifica potrebbe comunque non apparire, ma ci sarebbero le informazioni del consumatore anche se in forma anonima) allora c'è sicuramente malafede nell'AC. Quindi è da evitare assolutamente di rinnovare l'iscrizione: ormai la prima iscrizione è stata fatta e quei soldi sono andati persi.
Sempre sulla questione della rivista (sempre che l'AC ne abbia una) c'è da dire che quasi tutte le AC ne inviano una ai propri associati la cui cadenza può essere quindicennale, mensile, bimestrale, ecc...dipende dall'AC. In alcuni casi capita che la rivista o arriva in ritardo (anche di mesi) oppure non arrivi affatto.
In questo caso non è detto che si tratti di malafede da parte dell'AC. Infatti, la colpa è spesso del servizio postale.
In alcuni paesi (come in Italia) il servizio postale riguardante le riviste è differenziato da quello riguardante i pacchi, le raccomandate, ecc.
Ogni tipo di prodotto postale viene gestito da una società diversa. Quindi potrebbe darsi che la società incaricata di recapitare le riviste non sia molto efficiente.
In questi casi è bene contattare il servizio clienti o servizio equivalente dell'AC e chiedere spiegazioni.
Ci sono delle AC che sapendo i disguidi che ci possono essere a livello postale fanno un doppio invio della rivista: sia cartacea sia in formato elettronico tramite allegato PDF nella casella dell'associato. Però tale servizio non è assolutamente obbligatorio e non è assolutamente indice di serietà dell'AC.
Un altro servizio che l'AC può offrire, ma non è assolutamente obbligatorio e quindi non comune, è l'assistenza giuridica.
È importante tenere conto se si parla di assistenza legale o giuridica. Infatti, la differenza è lieve, ma sostanziale.
In pratica se si parla di assistenza giuridica allora si tratta di avvocati che danno dei consigli ai vari associati su come comportarsi in casi di comportamenti, da parte di società, che calpestano i diritti dei consumatori. In questi casi il servizio giuridico da dei consigli, ma è comunque il consumatore che dovrà attivarsi materialmente per potere far valere i propri diritti.
Nel caso invece che si tratti di assistenza legale essa non è possibile. Infatti, assistenza legale significa farsi rappresentare da un avvocato anche se si tratta di scrivere una semplice lettera alla società non seria. Questa procedura non è possibile da parte di un'AC perché comporta dei costi che non possono essere coperti dalla semplice tassa d'iscrizione.
Attualmente (Febbraio 2019), in Italia, per poter avviare un qualsiasi procedimento legale l'avvocato deve sostenere una spesa di € 250,00. Questa cifra però riguarda solo e soltanto le spese vive: quindi il cliente da questi soldi all'avvocato il quale li versa interamente allo stato. Oltre a questo l'avvocato vuole, giustamente, una certa cifra che è il suo onorario. Poi se si arriva al dibattimento (processo) e si vince allora l'avvocato, previo accordo con il cliente, può anche richiedere una percentuale sull'eventuale indennizzo che il cliente riceve. Se invece si perde la causa la parcella dell'avvocato dev'essere comunque pagata e anche se dipende dal tipo di causa legale, la cifra non è certo irrisoria e non può essere contenuta nella tassa d'iscrizione all'AC.
Inoltre non è assolutamente possibile fare una procura (cioè assumere un avvocato) senza che ci sia un incontro dal vivo tra il consumatore e l'avvocato.
Quindi diffidare altamente da quelle associazioni che parlano di assistenza legale e non di assistenza giuridica.
Un altro servizio, sempre non obbligatorio e non comune, che alcune AC offrono ai vari associati è l'assistenza fiscale. In questo caso si tratta di ragionieri e/o commercialisti che danno consigli di tipo fiscale ai vari associati. Anche qui è sempre il consumatore che dovrà attivarsi materialmente e fare tutti i passi consigliati.
Se si vuole avere una consulenza fiscale e avere una persona che possa fare tutte le pratiche necessarie occorre rivolgersi ad un commercialista/fiscalista incontrandolo dal vivo: è lo stesso discorso dell'avvocato, ma riferito alla parte fiscale.
Poi esiste la questione dell'iscrizione. Generalmente le AC offrono l'iscrizione al primo anno ad un prezzo molto vantaggioso (alcune praticano addirittura uno sconto del 50%) e magari aggiungono anche un omaggio. Dal secondo anno in poi la tassa di rinnovo è molto più alta.
Questa pratica piuttosto diffusa è una semplice strategia commerciale: si invoglia il cliente a provare a far parte di questa AC. Quando il consumatore vede che in effetti è molto utile e, magari, non riesce a farne a meno, anche se non è molto contento di pagare tanto, è disposto a pagare una cifra più alta rispetto all'anno precedente per continuare ad essere socio dell'AC. Ma in questo caso non è indice di malafede da parte dell'AC a meno che, quest'ultima, non avverte il proprio socio di tale variazione di prezzo. Bisogna prestare un minimo di attenzione in fase di iscrizione alle varie clausole.
Concludendo di società di AC ne esistono tantissime e, purtroppo, non tutte sono serie. Per cercare di non essere vittime di AC truffaldine è sufficiente cercare, sopratutto in rete, le varie recensioni degli attuali soci e ex soci e vedere esattamente quali sono i servizi che offrono facendo attenzione ai termini usati.

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