Secondo
determinati studi scientifici (più o meno dubbi) sembra che gli
animali possano provare amore.
Però
tali studi non corrispondono a verità e vediamo i motivi.
Innanzitutto
questi studi sono stati effettuati solo su cani e gatti e non su
tutti gli animali.
Inoltre
tali studi vanno a scontrarsi contro una realtà: se un animale
(qualunque esso sia) è in grado di provare amore dovrebbe essere in
grado di provare qualunque altro sentimento.
Sempre
secondo detti studi non è stato possibile provare una cosa del
genere.
Inoltre
il fatto di provare sentimenti innalzerebbe gli animali ad esseri
senzienti e quindi dotati di una propria coscienza.
Se
ciò fosse vero significherebbe che gli animali arriverebbero ad
avere coscienza di se stessi e di tutto il mondo che li circonda.
Questa
cosa comporterebbe che gli animali sarebbero dotati di un intelletto
molto sviluppato.
Questa
è la prova definitiva che detti studi sono completamente sbagliati.
Nel
mondo animale esistono casi di un intelletto molto sviluppato:
delfini, orche, polipi, primati, ecc. ma ciò non è uguale per tutti
gli animali.
Questi
animali dotati di un intelletto molto sviluppato riescono a prendere
coscienza di se stessi e del mondo che li circonda, entro certi
limiti, e riescono, quindi, a “capire” cose che gli altri animali
non riescono a capire.
Un
esempio per spiegare meglio questo concetto ci viene fornito da un
esperimento fatto con un polipo.
Ad
un polipo gli venne data una bottiglia tappata contenente polpa di
granchio (di cui i polipi sono ghiotti).
Il
polipo prese la bottiglia, la rigirò in lungo e in largo ed infine
la stappò.
Il
polipo è riuscito a capire come stappare la bottiglia perché aveva
preso coscienza di quell'oggetto (la bottiglia).
Lo
stesso esperimento venne ripetuto con altri animali (variando il cibo
ovviamente) e la maggior parte di essi non riusciva a “capire”
come fare per arrivare al cibo.
Alcuni
degli animali considerati non intelligenti hanno dei comportamenti e
delle strutture sociali che potrebbe portare a pensare che siano
esseri senzienti.
In
realtà tali comportamenti e tali strutture sociali vengono spiegate
molto più semplicemente da una questione di evoluzione e dettate
dall'istinto di sopravvivenza.
Se
prendiamo, ad esempio, i lupi tutti sappiamo che essi vivono in
branco ed esiste un capo branco.
Questo
perché un branco ha molte più possibilità di poter sopravvivere
rispetto ad un lupo singolo.
Il
fatto che esista un capo branco dipende dal fatto che un lupo è più
forte degli altri e non perché sia più intelligente.
Stesso
discorso per tutti gli altri animali organizzati in comunità.
La
stessa cosa dicasi anche per gli animali più intelligenti: la
questione di vivere in determinate strutture sociali viene
determinato dall'istinto. Poi, visto che sono anche intelligenti,
modificano queste strutture sociali in modo da poter essere più
funzionali.
Però
quello che distingue un animale intelligente dall'uomo è anche la
capacità di immaginazione.
L'uomo
immagina, ad esempio, delle abitazioni diverse, sempre più comode e
confortevoli per migliorare le proprie condizioni di vita che già
sono molto confortevoli (almeno nella stragrande maggioranza dei
casi).
Invece
gli animali intelligenti non hanno questa immaginazione se non quando
sono costretti.
Il
caso prima citato del polipo è lampante: finché poteva arrivare
alla polpa di granchio non c'erano problemi e non ragionava su un
modo più comodo o efficace per procurarsi il cibo. Nel momento
stesso in cui ha avuto una difficoltà ha “ragionato” sulla
questione è ha “immaginato” quale potesse essere la soluzione.
Poi
prendiamo in esame il migliore amico dell'uomo: il cane.
Se
si osservano i comportamenti di un cane si può notare, innanzitutto,
che il cane entra in simbiosi con il padrone.
Il
cane, qualunque razza, dopo un certo periodo di tempo assume lo
stesso carattere del padrone. Inoltre sembra che provi amore
incondizionato per il padrone, tristezza per la mancanza del padrone,
gioia per quando rivede il padrone, ecc.
Tutti
questi comportamenti potrebbero, giustamente, far pensare ad una
certa intelligenza del cane.
Ma
allora come mai, in caso di accoppiamento, il cane sceglie la cagna
più sana e viceversa invece di scegliere quella più
“bella”...magari della stessa razza?
Un
tale comportamento è perfettamente normale se viene dettato
dall'istinto di sopravvivenza o continuazione della specie: il
maschio cerca la femmina più sana e viceversa.
Se
la femmina sana è delle stessa razza del maschio oppure no poco
importa: l'importante è che sia sana.
Se
osserviamo l'uomo ha un comportamento di questo tipo
(http://curiosity100.blogspot.com/2018/01/perche-un-seno-prosperoso-attira-lo_30.html),
ma poi entra subito in gioco l'intelletto e non è detto che la donna
più sana sia quella adatta ad un uomo e viceversa.
Spiegare
i vari comportamenti secondo la “filosofia” dell'istinto è molto
semplice.
Esaminiamo
uno per uno i comportamenti del cane sopra descritti e diamogli una
spiegazione:
- Simbiosi con il padrone: se il cane vuole continuare a vivere deve seguire determinate regole che apprende osservando come si comporta chi provvede al suo sostentamento: copiare gli atteggiamenti non è assolutamente indice di intelligenza;
- Amore incondizionato per il padrone: è abbastanza normale un comportamento del genere. Infatti il padrone è quella persona che provvede al sostentamento e alla cura del cane. Per questo motivo quest'ultimo mostra un comportamento “amorevole”, ma si tratta di una semplice reazione istintiva per la continuazione della specie;
- Tristezza per la mancanza del padrone: se viene a mancare il padrone il cane teme per la propria sopravvivenza e quindi cerca di attirare l'attenzione del padrone emetto determinati suoni. Non abbaia, ma guaisce proprio perché, mancando il padrone, deve risparmiare il più possibile le forze: il cane non sa se la mancanza del padrone è definitiva e, se non lo è, quando può durare...guaire comporta un dispendio di energie inferiore all'abbaiare;
- Gioia per quando rivede il padrone: è sempre lo stesso discorso. Quando il padrone torna per il cane significa potere continuare a vivere.
Poi
c'è anche un mito da sfatare.
Molte
persone parlano con il proprio cane e pensano che questi possa
capirli. In realtà il cane non riesce assolutamente a capire il
linguaggio umano, ma riesce comunque a percepire le varie modulazioni
dei suoni: sia le varie parole e sia i vari toni. Quindi, dopo un
certo periodo di tempo, il cane riesce a capire che una certa
modulazione di suoni corrisponde ad un richiamo: quando il padrone
chiama il cane per nome. Nel caso si trattasse di un comando il cane
capisce che quella modulazione di suoni significa che deve eseguire
una certa azione. Infatti, il cane incomincia ad eseguire un certo
comando perché dopo ha una ricompensa: il cibo. Quando si addestra
un animale (non soltanto i cani) gli addestratori sanno che dopo
avere eseguito un certo comando l'animale si aspetta del cibo. Se lo
si priva di ciò l'animale non eseguirà più quel comando. A favore
di ciò basta osservare una spettacolo con i delfini: dopo ogni
numero gli viene dato un pesce.
Tornando
al cane se gli viene fatto un certo discorso più o meno lungo il
cane ci guarda con un “espressione” perplessa per il semplice
motivo che sta cercando di captare una modulazione di suoni a lui
familiare.
Poi,
per completezza d'informazione, ci sono persone che tratta il proprio
animale domestico (sopratutto cani) come se fossero dei veri e
proprio esseri umani e arrivano fino al punto di nominarli eredi
universali di tutti i loro averi.
Questi
sono casi limite e patologici, ma il succo non cambia: gli animali
non provano sentimenti.
Concludendo
gli animali non provano sentimenti e tutti i loro comportamenti sono
delle semplice reazioni istintive per la conservazione della specie.
Molti di questi comportamenti possono essere scambiati per emozioni,
ma non è assolutamente così: è l'uomo che mistifica una cosa del
genere.
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