Quasi
tutti sanno che quando si parla di quarantena si parla di un gruppo
più o meno numeroso di persone che sono state isolate dal resto
della comunità per una questione sanitaria.
Ma
questo metodo non è una cosa moderna, infatti, il termine deriva da
quaranta giorni, la durata tipica dell'isolamento cui venivano
sottoposte le navi provenienti da zone colpite dalla peste nel XIV
secolo.
La
prima vera applicazione della quarantena per evitare il contagio di
una malattia viene fatta risalire alla epidemia di peste nera del XIV
secolo, che devastò l’Europa soprattutto tra il 1348 e il 1359. La
peste arrivò sulle navi provenienti dall’Oriente e sbarcò per la
prima volta probabilmente a Messina.
Successivamente,
ed esattamente nel 1377, la città di Ragusa (non quella italiana ed
infatti, oggi si chiamata Dubrovnik) impose ai passeggeri delle navi
di attendere 30 giorni prima di poter sbarcare. Il periodo venne poi
portato a 40 giorni, prendendo il nome di quarantena.
Il
termine di quaranta giorni ha comunque delle origini ancora più
antecedenti al 532. Infatti, Eugenia Tognotti, del Dipartimento di
scienze biomediche dell’Università di Sassari e storica della
medicina, ha scritto che non si sa perché siano stati scelti 40
giorni come lunghezza del periodo di isolamento necessario per
evitare il contagio. «Potrebbe essere stato ricavato dalle teorie di
Ippocrate sulle malattie acute. Un’altra teoria è che il numero
fosse collegato alle teorie pitagoriche e al significato particolare
del numero 4».
Per
il medico greco Ippocrate i 40 giorni rappresentavano un punto di
svolta della malattia verso la guarigione.
Certamente
il numero 40 ha un valore simbolico e magico fin dall’antichità:
corrisponde ai giorni trascorsi da Gesù nel deserto, diventati poi
la Quaresima, e dura 40 giorni anche il diluvio universale raccontato
nella Genesi e l’Avvento.
Secondo
Arnaldo D’Amico, ricercatore e divulgatore scientifico, i primi a
identificare un ruolo particolare di questo periodo di tempo
sarebbero stati gli astronomi babilonesi «che associarono i 40
giorni in cui la costellazione delle Pleiadi non è visibile, tra
aprile e maggio, con le piene e le inondazioni primaverili, spesso
catastrofiche, ma vitali per l’agricoltura».
Qualunque
sia l'origine da quel momento il termine di 40 giorni sarebbe passato
a indicare un periodo di difficoltà da dover superare per ritrovare
la salute.
Il
sistema, vista la sua utilità, si estese poi agli altri porti.
Venezia già da alcuni anni aveva adottato misure di controllo
sanitario e nel 1403 istituì il primo lazzaretto. Ma anche nella
città di Costantinopoli, durante la peste di Giustiniano del 532,
vennero adottate misure di isolamento delle persone che volevano
entrare in città.
Il
sistema della quarantena si dimostrò efficace a evitare la
diffusione dei contagi e quasi tutte le grandi epidemie successive,
soprattutto di peste e di colera, furono causate da un mancato
rispetto di questa pratica.
La
quarantena è stata adottata da tutti gli Stati, pure per gli animali
e le piante, con specifiche leggi e stabilendo periodi diversi di
isolamento rispetto al termine classico di 40 giorni e ciò dipende
dal tipo di malattie che si teme (molte malattie oggi non esistono
più). Negli Stati Uniti la prima legge fu nel 1878.
In
tempi recenti si può ricordare la diffusione della influenza A-H1N1
nel 1999, dell’influenza aviaria nel 2003 e della Sars, la Sindrome
respiratoria acuta grave. e per le epidemie di virus ebola per il
personale sanitario che rientrava dalle zone colpite.
In
tutti questi casi adottare misure di quarantena per le persone
sospettate di essere portatori di queste malattie ha evitato, il
diffondersi di tale malattie e quindi di creare un'epidemia.
Oggi
la quarantena è caduta quasi del tutto in disuso, grazie alle
migliori conoscenze sulle modalità d’insorgenza, periodo di
incubazione e profilassi delle malattie infettive ed è stata
sostituita da altre misure.
Ma
questo riguarda solo l'applicazione pratica. Infatti, il termine
quarantena è ampiamente utilizzato anche nel settore informatico.
Il
termine indica la pratica di isolamento dei file corrotti da virus in
speciali directory, allo scopo di bloccarne la proliferazione ma
consentendone eventualmente l'analisi.
Concludendo
la quarantena ha evitato, a suo tempo, l'insorgere di epidemie. Oggi
la pratica è stata sostituita da altre misure, ma il termine viene
comunque continuato ad essere usato.
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