Prima
di poter dare una risposta alla domanda del titolo è bene conoscere
come funziona un cervello umano.
Innanzitutto
c'è da dire che ancora oggi (Maggio 2019) non si conoscono
esattamente come avvengono tante reazioni all'interno del cervello e
quindi la spiegazione del funzionamento potrebbe risultare non
completa per il motivo appena esposto.
Il
cervello umano è l'unico organo che non è possibile sostituire con
nessuna protesi. Non tanto per il costo enorme che comporterebbe
creare una protesi del genere (ammesso e non concesso che si
conoscesse l'esatto funzionamento di tutto il cervello), ma per il
fatto che in esso risiede la nostra personalità.
Ma
come mai ci sono varie personalità se comunque il cervello è sempre
lo stesso?
Il
motivo va ricercato non nella composizione chimica e cellulare di
tale organo (a meno che non ci siano particolari patologie), ma da
come sono collegati i vari neuroni. Infatti i vari tratti della
personalità hanno tutti il medesimo “modus operandi”.
Con
gli occhi, le orecchie, ecc. riceviamo degli stimoli dall'ambiente
che ci circonda. Inviamo queste informazioni al nostro cervello che
le confronta con quelle che abbiamo in memoria. Quando trova le
giuste corrispondenze trova anche il collegamento su come ci siamo
comportati in passato ricevendo quegli stessi stimoli. A questo punto
decide se è il caso di adottare o meno lo stesso comportamento. Per
decidere ciò non compie altro che un calcolo probabilistico: valuta
la probabilità di avere una vita migliore usando un comportamento
invece di un altro. Determinato quale sia il comportamento migliore
lo mette in atto.
Ovviamente
potrebbe darsi che quel comportamento non sia quello giusto: il
famoso errore di valutazione. Ma potrebbe anche darsi che invece sia
quello giusto.
Due
persone che si trovano nello stesso istante nelle stesse identiche
situazioni, reagiranno in modo diverso o, se va bene, simile, ma non
uguale. Questo dipende dal proprio bagaglio culturale e quindi da
quello che abbiamo in memoria.
Faccio
un esempio pratico.
Poniamo
caso che inavvertitamente tocchiamo una lampadina a incandescenza
accesa. La reazione istintiva (dove la parte razionale della nostra
mente non ha nessun merito) ci fa subito ritrarre la mano.
Però
una persona potrebbe sopportare in silenzio questo disagio
temporaneo, mentre un'altra potrebbe sopportarlo imprecando a gran
voce: anche se il contatto è stato lo stesso identico e il disagio
fisico è lo stesso identico.
Questo
comportamento diverso dipende da come abbiamo reagito in precedenza
ad un evento del genere, se lo abbiamo subito e a cosa ci “conviene
fare”.
Per
riuscire a fare tutti questi collegamenti, il nostro cervello ha
bisogno di un supporto fisico con cui poter comunicare con i vari
neuroni in modo da poter raccogliere tutte le informazioni
necessarie. Questi supporti fisici sono chiamate “sinapsi”. Essi
sono i vari collegamenti che i neuroni hanno tra di loro.
Il
numero di sinapsi varia a seconda dell'età dell'individuo e a
seconda dell'esperienza dell'individuo: infatti una giovane età
comporta anche meno esperienze e quindi meno cose da ricordare. Meno
cose da ricordare significa avere meno comportamenti da valutare e
quindi meno sinapsi.
Ma
anche se si avesse lo stesso identico numero di sinapsi non sarebbero
collegate nello stesso identico modo.
Spiego
questo concetto riprendendo l'esempio della lampadina.
Supponiamo
che le due persone abbiano le stesse identiche personalità e quindi
le stesse identiche sinapsi. Le due persone però non possono
occupare nello stesso istante lo stesso spazio. Basta questa piccola
differenza spaziale a modificare il nostro comportamento: ecco perché
non possono esistere due personalità identiche. Ci sono personalità
simili, ma non uguali.
Quindi
nel nostro cervello ci sono i neuroni i quali sono collegati tra di
loro da varie sinapsi.
Detto
questo vediamo come potrebbe nascere la domanda posta nel titolo.
Se
andiamo ad osservare anche solo una parte di una rete internet
osserveremo che ci sono un certo numero di computer che “dialogano”
tra di loro. Alcuni di questi “dialoghi” possono essere generati
da vari download dei programmi “peer to peer”, mentre altri
“dialoghi” possono essere generati da chat private con o senza
webcam.
Tutti
questi collegamenti possono assomigliare molto a varie sinapsi di un
cervello umano. Ma quali sarebbero le orecchie, gli occhi, ecc. e i
neuroni?
Potremmo
vedere i computer come le orecchie, gli occhi, ecc. e i server come i
neuroni: infatti i server sono computer molto grandi e potenti
collegati tra di loro e collegati con i vari computer.
Detto
questo si evince che un confronto del genere è abbastanza reale, ma
ciò è vero solo a livello fisico.
Quello
che manca alla rete internet è la coscienza: cioè la consapevolezza
di essere. Attualmente (Maggio 2019) non esiste nessun programma o
cervello elettronico che riesca a sviluppare tale facoltà. Esistono
software che possono rispondere ad un attacco umano: un satellite
strategico può rispondere in un certo modo se attaccato da
astronauti. Ma ciò non è la consapevolezza di essere: ciò è
soltanto rispondere con una certa reazione ad una azione.
Concludendo
la risposta alla domanda dell'articolo non può che essere negativa:
una rete internet non è come un cervello umano perché gli manca la
consapevolezza di essere.
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