Prima
di iniziare la trattazione dell’argomento è doveroso fare due
premesse.
La
prima è che la trattazione dell’argomento è fatto da un punto di
vista cattolico.
Quindi
chi ha una fede religiosa diversa può leggere l’articolo, ma è
fortemente consigliato di non lasciare commenti/critiche di nessun
tipo.
Questo
perché la fede religiosa è un argomento molto delicato e personale,
ed ognuno è libero di professare la propria religione senza che
chicchessia possa dare commenti/critiche di qualsiasi tipo.
La
seconda premessa è che esiste un corso/cammino di fede (chiamato
appunto “I dieci comandamenti”) della durata di circa due anni in
cui viene spiegato esattamente il significato di tutti i
comandamenti.
Quindi
questo articolo non si prefigge lo scopo di sostituirsi a tale
corso/cammino di fede, ma solo quello di dare una spiegazione
abbastanza semplicistica, ma comunque chiarificatrice dei dieci
comandamenti.
Per
chi volesse approfondire l’argomento consiglio caldamente di
rivolgersi al proprio parroco o, per chi lo ha, al proprio padre
spirituale per avere informazioni su tale corso/cammino di fede.
Tutti
i cattolici sanno che esistono dieci comandamenti e tutti i cattolici
dovrebbero conoscere questi comandamenti a memoria ed in un certo
ordine.
Nonostante
ciò, moltissimi cattolici non hanno molto chiaro il significato di
detti comandamenti.
Questa
è una pecca propria della chiesa cattolica, piena zeppa di
simbolismi e, spesso, non incline ad una spiegazione di detti
simbolismi.
La
prima cosa da fare è decidere qual è il primo comandamento.
Per
molti secoli la chiesa cattolica ha considerato come primo
comandamento la seguente frase: “Non avrai altro Dio all’infuori
di Me.”.
In
realtà (la stessa chiesta cattolica lo ha affermato) questo è il
secondo comandamento.
Il
primo comandamento è il seguente: “Io sono il Signore, tuo Dio,
che ti fece uscire dalla terra d'Egitto, dalla casa degli schiavi.”
Prima
di questa ammissione questa parte era considerata come una premessa
ai dieci comandamenti e l’ultimo comandamento (“Non desiderare la
donna d'altri e non desiderare la roba d'altri”) era stato diviso
in due.
Ma
visto che in realtà non è così. è giusto iniziare la spiegazione
dal primo vero
comandamento.
1)
Io sono il Signore, tuo Dio, che ti fece uscire dalla terra d'Egitto,
dalla casa degli schiavi:
il riferimento storico è abbastanza palese, ma la spiegazione pone
l’attenzione del fedele sul fatto che c’è un solo Dio ed è
quello che fece, tramite
Mosè,
liberare gli schiavi a farli uscire dal territorio dell’antico
Egitto. Quindi non ci sono altre dei che possano aver operato in tal
senso.
2)
Non avrai altro Dio all'infuori di me:
questo comandamento può sembrare una ripetizione del primo, ma in
realtà è solo un rafforzativo. Ed è anche un monito alle altre
religione politeiste (che hanno vari dei). Oggi le religioni
politeiste sono una piccola minoranza, ma ci sono persone che
adorano, nel vero senso del termine, altri dei come ad esempio il
denaro: non a caso di parla del “dio denaro”.
Questo
comandamento ricorda che una qualunque cosa materiale non
dev’essere
adorata anche se raffigura in qualche modo Dio. Infatti, se ci si
pensa un attimo, non esiste nessuna raffigurazione di Dio.
3)
Non nominare il nome di Dio invano:
questo si riferisce sia alle bestemmie sia alle imprecazioni come, ad
esempio, “Oddio”, “Per carità di Dio”, “Quant’è vero
Dio”, ecc.
Usare
il nome di Dio quando non serve e quando si possono utilizzare altri
termini
è
peccato. Per chi è solito utilizzare questi imprecazioni è bene che
si sforzi di utilizzarne altri. Per chi invece è abituato a
bestemmiare...bé mi sembra ozioso sottolineare che ciò non deve
assolutamente accadere.
È
peccato anche commettere atti illeciti (omicidi, furti, ecc.) in nome
di Dio.
Invece,
invocare Dio anche se non si usa una preghiera tradizionale (ad
esempio il “Padre Nostro”) è consentito: d’altra parte ognuno
prega come meglio crede perché Dio ascolta anche quelle preghiere.
4)
Ricordati di santificare le feste:
questo comandamento può essere paragonato al fatto di andare a messa
la Domenica e alle feste comandate, ma non è esattamente cosi.
In
pratica esso ci ricorda che non si può solo e sempre lavorare.
Esiste anche il riposo che è fondamentale
(https://curiosity100.blogspot.com/2017/10/e-importante-il-riposo.html
) ed esiste anche il momento della preghiera, della meditazione e
dell’ascolto della Sua parola (di Dio).
Però
fare queste ultime tre cose per la durata delle stesse e poi
continuare a
comportarsi
come prima o peggio non significa santificare le feste, anzi
significa offendere Dio...tante vale lasciar perdere una cosa del
genere.
5)
Onora il padre e la madre:
la prole deve ascoltare ciò che dicono i genitori, ma con giudizio.
Se
un genitore consiglia al proprio figlio di commettere un reato o
comunque un azione non lecita e il figlio non lo fa non significa
infrangere questo comandamento. Si potrebbe interpretare questo
comandamento con la seguente dicitura: “Dare
il giusto peso a ciò che dice il padre e la madre.”.
Oltre
a questo significa anche che bisogna accudire i propri genitori
quando non sono autosufficienti (in vecchiaia e/o in malattia),
sempre senza annullarsi completamente per loro: anche la prole deve
vivere la propria vita.
6)
Non uccidere:
il significato di questo comandamento non è riferito solo alla
questione fisica.
Infatti,
si può uccidere una persona anche offendendola, diffamandola, ecc.
Quindi
oltre al fatto che solo Dio può decidere della morte fisica di una
persona, anche per la morte non fisica è la stessa cosa.
Tale
comandamento non ammette eccezioni neanche in caso di legittima
difesa.
Ma
Dio ci ha donato l’istinto di autoconservazione e quindi possibile
che non esistano
eccezioni? È possibile perché ci sono altri modi per poter evitare
di perire per mano di altri. Ovviamente non è possibile elencare
tutti i modi per tutte le situazioni però ci sono e se, in uno o più
casi non c’è, nessun'altra possibilità chi è che decide quando
si deve morire senza possibilità di appello? Un’altra cosa da
tenere presente è che questo comandamento (unitamente al primo e al
terzo) condanna chi uccide (fisicamente e non) nel nome di Dio.
7)
Non commettere atti impuri:
questo forse è il comandamento dal significato più oscuro. Ecco che
allora ci può illuminare al seguente dicitura: “Non
fornicare e non commettere adulterio.”.
In
questo caso la spiegazione è abbastanza semplice.
Non
si deve fare solo e soltanto sesso e non si deve fare sesso o l’amore
con una donna già sposata o un uomo già sposato. Si ricorda che il
divorzio non esiste in ambito ecclesiastico. Quindi se la donna o
uomo hanno ottenuto il divorzio civile per la chiesa esso non ha
valore. La Chiesa (esattamente la Sacra Rota) in alcuni casi, molto
rari e particolari, può decretare l’annullamento del matrimonio.
Ma esso non ha nulla a che veder con il divorzio civile. Una menzione
particolare va fatta riguarda all’autoerotismo: esso rientra nella
prima casistica cioè di non fare solo sesso.
8)
Non rubare: su questo comandamento la spiegazione può apparire
superflua.
Ma
vediamo un caso particolare: la persona che ruba una mela per
mangiare.
Anche
questo comandamento non ammette eccezioni. Infatti in questo caso
suggerisce, anche se in modo molto velato, di fare una cosa diversa
invece di rubare: chiedere aiuto a chicchessia per poter mangiare.
Oggi
in tutto il mondo esistono varie organizzazioni, non solo la Caritas,
che danno pasti gratuiti a chi, per un motivo o un altro, non può
mangiare.
Tali
servizi sono molto diffusi in tutto il mondo e sono totalmente
gratuiti. Tali servizi si reggono sulle offerte volontarie della
gente che può permettersi di fare una donazione in denaro o anche
direttamente in generi alimentari qualsiasi.
9)
Non dire falsa testimonianza:
significato abbastanza palese. Ma anche in questo caso ci sono casi
particolari in cui ci sembra che il comandamento possa essere non
seguito, quasi come se fosse un consiglio. Se così fosse ci sarebbe
la dicitura: “Si
consiglia di non dire falsa testimonianza”
o qualcosa del genere.
Un
caso in cui, secondo il giudizio umano, questo comandamento non
dev’essere seguito è quando con al propria testimonianza si mette
una persona nei guai quando quest’ultima è innocente.
Ci
sono molti esempi giudiziari a riguardo, ma in quel caso il problema
è che non sono state fatte indagini approfondite e la nostra
testimonianza non può essere determinante.
Mi
spiego meglio.
Se
la nostra testimonianza è che abbiamo visto quella persona rubare,
c’è poco da fare: la persona è colpevole. Quest’ultima potrebbe
dichiararsi colpevole e appellarsi alla clemenza della corte, ma la
nostra testimonianza è determinante.
Se
invece la nostra testimonianza getta un’ombra sull’imputato
dicendo: “Ho visto l’imputato aggirarsi nei pressi di dove è
stato commesso il reato nel giorno e nell’ora in cui detto reato è
stato commesso.”. In questo caso la nostra testimonianza non è
determinate e sarà compito della difesa e dell’accusa fare tutte
le indagini del caso.
Un
altro caso in cui tale comandamento, sempre a giudizio umano, non
dev’essere seguito e il caso delle bugie dette a fin di bene o le
cosiddette bugie bianche. Ecco qui entra in gioco un concetto
fondamentale che è valido non solo per questo comandamento, ma per
tutti i comandamenti e per tutte le leggi anche civili.
Violare
quella legge, in questo caso il non testimoniare il falso, porta
conseguenze negative per noi stessi e per gli altri?
Se
noi mentiamo ad una persona perché, ad esempio, gli stiamo
preparando una festa di compleanno a sorpresa è peccato?
Assolutamente no, perché le conseguenze non sono nocive, ma sono
benefiche.
10)
Non desiderare la donna/uomo d'altri e non desiderare la roba
d'altri:
come detto prima in alcune versioni questo comandamento è diviso in
due, ma la spiegazione non cambia. Questo comandamento è molto
simile al settimo e ottavo.
In
pratica questo comandamento tende a sottolineare la sacralità del
matrimonio.
La
differenza tra questa parte del decimo comandamento e il settimo
riguarda
l’attenzione
che viene posta sul matrimonio come impegno preso dai due coniugi a
costruire una famiglia lasciando al di fuori possibili distrazioni.
Per
la seconda parte di questo comandamento ci dice che non si deve
provare invidia della roba non posseduta per due motivi.
Il
primo perché una grande invidia può portare al furto e quindi si
infrangerebbe anche l’ottavo comandamento.
Il
secondo motivo è che l’invidia per una determinata cosa che non si
può ottenere rischia di diventare lo scopo della propria vita.
Ed
ecco che qui rientra in gioco il secondo comandamento (l’esempio
del “dio denaro”).
Però
l’invidia per la roba degli altri non è riferita solo alle cose
materiali, ma anche
a
quelle non materiali come, ad esempio, l’intelligenza, la simpatia,
ecc.
In
questo caso il rimedio è quello di apprezzarsi per i pregi che si
hanno. Se incominciamo
ad apprezzare le nostre doti anche gli altri incominceranno ad apprezzarle.
Infine
vorrei menzionare un ultimo comandamento che Dio ci ha lasciato con
numerose testimonianze, e che quindi era inutile inserirlo nelle
tavole della legge
Ama
il prossimo tuo come te stesso,
o se si preferisce, fai
agli altri ciò che vuoi che sia fatto a te stesso e a non fare agli
altri ciò che non vuoi che si fatto a te stesso.
Vorrei
fare un’ultima considerazione onde evitare di ricevere commenti non
attinenti all’articolo.
Posso
anche essere d’accordo (anche se non esprimo un commento del
genere) sul fatto che seguire tutti e dieci i comandamenti non è
possibile o quasi. Ma lo scopo di questo articolo non è mai stato
quello di suggerire come seguirli, ma solo quello di eliminare un po'
di ermeticità.
Inoltre
come già detto a proposito del nono comandamento: non seguire un
comandamento (o una legge in generale) è peccato solo quando tale
violazione/non osservanza porta conseguenze negative nella nostra
vita e/o nella vita delle altre persone anche se non vicine a noi.
Concludendo
i dieci comandamenti, qualunque sia la versione, devono essere
spiegati perché altrimenti sono troppo ermetici. Inoltre la
violazione di anche uno solo di questi comandamenti non
necessariamente costituisce un peccato: dipende dalle conseguenze che
porta un comportamento di quel genere.
ATTENZIONE:
per problemi tecnici non imputabili al sottoscritto chiedo a tutti i
lettori di inserire solo commenti di
apprezzamento o di non apprezzamento che non necessitano di risposta.
Commenti che invece necessitano di risposta sarei grato se me li
inviaste via mail (paolopaciaroni72@yahoo.com)
o via WhatsApp al numero (+39) 3518518116.
Ciò
è dovuto al fatto che non mi è possibile
rispondere sul blog.
Grazie.
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