I
termini vedere, guardare e osservare sono dei sinonimi, ma la cosa
interessante è che uno è generale rispetto ad un altro, ma solo in
un senso.
Per
meglio comprendere questo concetto esimiamo i tre termini
distintamente l’uno dall’altro.
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Vedere: ovviamente tutti sappiamo che l’azione del vedere è possibile grazie agli occhi. Questo è vero in tutti gli animali. Tutti gli animali sono dotati di un organo sensoriale che permette di acquisire ciò che ci circonda. Quest’organo sensoriale generalmente si identifica con l’occhio, ma non necessariamente. Se prendiamo i pipistrelli essi sono ciechi e il loro organo sensoriale per vedere è costituito dalla bocca che emette ultrasuoni e dalle orecchie in grado di sentire gli ultrasuoni. Un altro esempio di un animale che vede con un organo diverso dal nostro occhio è la mosca. Il suo occhio riesce a percepire ogni singola variazione luminosa: ecco perché non si riescono a sorprenderle anche se ci si avvicina da dietro. Un terzo esempio può essere rappresentato dai serpenti. Tutti i serpenti, dal più piccolo al più grande, dal più velenoso al più innocuo, riescono a vedere tramite i loro occhi che sono in grado di percepire solo i raggi infrarossi. Poi ci sono altri animali che utilizzano altri metodi, ma è inutile elencarli tutti perché bastano questi tre esempi per fra nascere la seguente domanda: ma come possono vari organi sensoriali diversi permettere l’azione del guardare?
La
risposta è nella spiegazione del termine guardare.
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Guardare: essa è l’azione immediatamente successiva all’azione del “vedere” ed è compiuta dallo stesso organo a prescindere da come l’animale veda: il cervello. Infatti, qualsiasi sia l’informazione ricevuta essa rimane priva di qualsiasi significato se il cervello non compie una semplicissima azione: associare a quelle immagine un certa idea. Quest’azione semplicissima per un cervello animale, che viene compiuta istante per istante, è impossibile per un computer o per un cervello elettronico (https://curiosity100.blogspot.com/2019/12/i-robot-possono-vedere.html ). Infatti l’as- sociazione di un immagine ad un certo significato potrebbe non bastare da sola a fornirci un’informazione soddisfacente; se l’immagine è già presente nella nostra memoria l’informazione è già stata precedentemente elaborata e quindi non è che bisogna fare altro se non recuperare l’elaborazione fatta. Questo procedimento un computer/cervello elettronico lo può fare tranquillamente, infatti basti pensare al software di riconoscimento facciale. Se invece l’immagine non è presente nella nostra memoria dobbiamo eseguire un’altra azione che è “osservare”.
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Osservare: questa operazione richiede una capacità che è molto sviluppata nel cervello umano, un po' di meno in quello degli altri animali e totalmente assente in quelli artificiali. In pratica sto parlando della la fantasia. Infatti, se l’immagine che abbiamo acquisito rimane priva di significato perché è la prima volta che la vediamo invece di darle una semplice e veloce occhiata incominciamo a fissarla o a guardarla con più interesse e più curiosità: la osserviamo. Per quanto riguarda l’essere umano l’osservazione comporta un grande impiego della capacità di immaginazione. Infatti se vediamo, ad esempio, per la prima un foratino (un tipo di mattone cavo all’interno) e abbiamo solo visto un mattone normalissimo incominciamo a rigirarlo tra le mani, lo guardiamo dal diverse angolature, ecc. Alla fin fine dovremmo riuscire ad intuire il suo utilizzo. Magari non riusciremmo a capire esattamente come e quando viene utilizzato, ma capiremmo che serve per costruire un muro. Non abbiamo fatto altro che creare nella nostra mente un’immagine che non esiste nella realtà o, se esiste, noi non l’abbiamo mai vista. Tutto ciò partendo da informazioni completamente diverse da quelle finali. Quindi ci siamo “inventati” a cosa serve il foratino, ma solo seguendo determinate regole logiche siamo riusciti ad intuirne l’utilizzo Se non avessimo seguite determinate regole avremmo comunque osservato il foratino, ma, seguendo altre regole logiche, saremmo arrivati ad un conclusione errata. Più tale conclusione è lontana da quella giusta e più ci si addentra nell’aver “inventato”, come si dice, di sana pianta l'utilizzo del foratino
A
questo punto dovrebbe essere semplice comprendere ciò che dissi
all’inizio dell’articolo: tutti e tre i termini sono sinonimi e
che “guardare” comprende anche “vedere” e quest’ultimo
comprende anche “osservare”.
Per
completezza d’informazione esistono anche la parole “scrutare”,
“fissare”, ecc. Queste parole però si riferiscono sempre
all’azione generale di “osservare” e vengono usate in
particolari contesti: ad esempio “scrutare” può significare
“osservare” una determinata cosa in condizioni di luce non
ottimali. Di
conseguenza, tali termini, non sono stati inseriti nella trattazione
di questo articolo.
Concludendo
“guardare”, “vedere” e “osservare” sono delle azioni che
possono essere compiute solo dagli animali, anche se la tecnologia
(la cibernetica) è riuscita ad eguagliare l’azione del “vedere”
e del “guardare”, ma non quella di “osservare”-
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