La memoria è la parte più importante della nostra mente. Infatti, se non avessimo memoria, non avremmo carattere, esperienza, ecc. Però la memoria umana non è solo una: ne esistono tre, tutte correlate tra di loro, ed ognuna con un compito ben specifico.
Queste memorie sono: la memoria a breve termine, la memoria a medio termine e la memoria a lungo termine.
Esaminiamo nel dettaglio questi tre tipi di memoria.
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Memoria a breve termine: come si può facilmente intuire dal nome, questa memoria ha una durata molto limitata. In questa memoria vengono immagazzinate tutte le informazioni provenienti dal mondo esterno tramite i cinque sensi: olfatto, udito, vista, gusto e tatto. Tutte queste informazioni vengono elaborate in questa parte di memoria e subiscono una prima classificazione: informazioni importanti e non importanti.
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Memoria a medio termine: dopo quella prima classificazione tutte le informazioni passano in questa memoria. Le informazioni importanti rimangono in questa memoria per poter essere utilizzate in periodi di tempo abbastanza lunghi: ad esempio le nozioni imparate per superare un esame. Invece le informazioni classificate come non importanti passano immediatamente nella memoria successiva. Anche le informazioni importanti vanno a finire nella prossima memoria, ma solo dopo essere state utilizzate.
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Memoria a lungo termine: in questa memoria, come scritto prima, vengono immagazzinate, fino alla morte di un individuo, tutte le informazioni (importanti e non). È da tenere bene a mente che in questa memoria vengono registrate tutte le informazioni (dal primo all’ultimo istante di vita) e tutte le emozioni che dette informazioni ci hanno suscitato. È grazie a questa memoria che si forma il nostro carattere. Grazie a queste informazioni la nostra psiche, sia l’io cosciente che il sub cosciente, compiono determinati percorsi logici. Inoltre, questa è l’unica memoria che è già perfettamente organizzata fin dalla sua formazione.
A questo punto è normale porsi la domanda: ma se in questa memoria ci sono tutte le informazioni ricevute fin dal primo istante di vita, come mai non riusciamo a ricordare, ad esempio, le informazioni/emozioni di quando siamo venuti alla luce?
Il motivo è molto semplice: dipende dalla nostra memoria a medio termine.
Per meglio chiarire il concetto immaginiamo tre uffici dove in ognuno di essi c’è uno schedario ed un archivista.
Nel primo ufficio (memoria a breve termine) l’archivio ha solo due cassetti: informazioni importanti e non importanti . Quando l’archivista ha riempito tutti e due i cassetti passa i due faldoni al secondo ufficio.
Nel secondo ufficio (memoria a medio termine) lo schedario è più diversificato: c’è il cassetto con le informazioni non importanti, quello riguardante le nozioni di matematica, quello riguardante le nozioni di scuola guida, ecc. Quando i vari cassetti sono pieni e le informazioni importanti sono state utilizzate, i vari faldoni passano al terzo ufficio.
In questo ufficio (memoria a lungo termine) l’archivio ha migliaia se non milioni di cassetti. In questo ufficio l’archivista ha il suo bel da fare. Infatti, qui non esistono informazioni importanti e non, ma solo informazioni. Tutte devono essere catalogate giustamente.
Ora accade che il primo archivista necessita di determinate informazioni. Fa la richiesta al secondo archivista e questi fa la richiesta al terzo archivista. Quest’ultimo recupera tutte le informazioni richieste e le passa al secondo archivista. Se il secondo archivista è una persona disordinata creerà confusione e passerà tutte le informazioni al primo archivista, ma in modo disordinato. Ecco che allora si verifica l’evento che non ci si ricorda una determinata informazione. In realtà non è che non si ricorda, ma non si sa dove sia sepolta l’informazione desiderata tra tutte le informazioni ricevute, perché il secondo archivista è una persona disordinata. Inoltre il disordine del secondo archivista influisce anche sul tempo di lavoro del terzo archivista. Quindi se il secondo archivista è una persona ordinata il tempo di lavoro del terzo archivista è più veloce e, nel caso di richiesta di informazioni, i tempi di risposta (di lavoro del primo archivista) sono ultra dimezzati in quanto le informazioni sono perfettamente ordinate.
A questo punto un’altra domanda più che legittima potrebbe essere la seguente: è possibile educare il secondo archivista quindi organizzare perfettamente la memoria a medio termine?
La risposta è affermativa.
Esistono vari centri (in tutto il mondo) che organizzano corsi per “il potenziamento della memoria”. Anche in questo caso il termine “potenziamento” non è esatto: la quantità di memoria quella e non può essere aumentata. In realtà questi centri organizzano dei corsi (della durata di tre/quattro giorni al massimo) in cui insegnano come organizzare la nostra memoria a medio termine nello stesso identico modo in cui è organizzata la memoria a lungo termine.
Questi corsi però hanno due grosse limitazioni: la convinzione dell’allievo/a e il carattere dello stesso.
Mi spiego.
Perché un corso di questo tipo possa portare determinati benefici serve, innanzitutto, che il partecipante sia convinto di avere quei determinati benefici. Infatti, uno dei “blocchi di memoria” è il convincimento della persona di non avere memoria e/o di non credere di poterne avere di più. Se queste persone partecipano a questi corsi con questa mentalità pensando di ricevere la formula magica o la polverina magica...farebbero bene a lasciare il posto ad altre persone.
Poi c’è la questione del carattere della persona. Questi corsi, anche se studiati per poter essere adatti a tutti, non possono essere organizzati ad hoc per ogni singolo partecipante: i costi sarebbero proibitivi per moltissime persone. Per cui il carattere di ogni persona gioca un ruolo fondamentale riguardo all’efficacia del corso. Ecco perché chi ha frequentato questi corsi, pur avendo “più” memoria, non sarà mai come Pico della Mirandola oppure, in vari casi, non vede nessun beneficio.
A tale proposito è utile esaminare la memoria di questa persona: Pico della Mirandola. Egli ha avuto la fortuna di avere la memoria a medio termine organizzata in modo molto simile (ma non identico) alla memoria a lungo termine. Ecco perché riusciva a ripetere una qualsiasi poesia appena letta, dall’ultimo al primo verso senza nessun problema.
A questo punto potrebbe nascere un’altra domanda: come mai molte persone anziane pur essendo sane tendono a perdere la memoria?
Questo dipende dal fatto che le cellule del nostro cervello una volta che muoiono non vengono rigenerate. Le cellule, ad esempio, dell’epidermide, una volta che muoiono vengono sostitute da cellule nuove e la stessa cosa avviene per tutti i nostri organi tranne che per il cervello. Se le cellule cerebrali muoiono per cause naturali o meno (ad esempio per l’uso di droghe molto forti) esse non vengono sostituite. Visto che la memoria e le informazioni/emozioni immagazzinate nella memoria dipendono da queste cellule è normale che meno cellule si hanno e meno cose si ricordano.
Per completezza d’informazione esistono vari film di fantascienza dove si parla di ampliamento o riduzione della memoria tramite tecnologie non ben identificate o addirittura banche della memoria, ecc. Come ho detto è solo fantascienza.
Concludendo ognuno di noi ha la stessa quantità di memoria, ma dipende da come è organizzata la nostra memoria a medio termine riuscire a “ricordare” più o meno informazioni in modo più o meno veloce..
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